Complesso Megalitico di Petre de La Mola

Video di presentazione del sito megalitico. Traduzione in LIS a cura di Corrado Pegoretti (AstrofiLIS), voce di Viola Pegoretti.
Lettura del testo da parte di Ferdinando De Micco (socio UAI). Musica di sottofondo “Toward the Sun” composto da Andres Izmaylov ed eseguito da Federica Cataldi (arpista).

Il complesso megalitico chiamato PETRE DE LA MOLA si trova a 1049 metri s.l.m. nel Parco Naturale di Gallipoli Cognato sul Monte Croccia, in un area di riserva antropologica-naturalistica totale per la presenza, oltre a specie rare animali e vegetali, di tracce di frequentazione umana nel periodo Mesolitico e nell’età del Bronzo e resti di un insediamento Osco-Lucano di VIII-IV sec a.C.


L’acropoli del sito è circondata da una cinta muraria costruita con blocchi squadrati di calcarenite realizzata per ordine di un certo Nummelos eletto Meddix – dittatore della Nazione Lucana nel 332-331 a.C. durante la guerra contro il re dell’Epiro Alessandro il Molosso ed i suoi alleati Italioti.


A circa 200 metri ad Est dell’unica porta carrabile finora scavata nel circuito murario, si erge un gruppo di rocce chiamato nel dialetto locale PETRE DE LA MOLA ( Pietra del bastardo). La scoperta casuale di un singolare effetto di illuminazione a mezzogiorno in un punto di questo megalite, modificato dalla mano dell’uomo, fa pensare ad un suo utilizzo per misure calendari ali. È possibile al solstizio d’inverno osservare il sole nella mira meridiana a mezzogiorno, mentre al tramonto si osserva l’ultimo raggio nella mira posizionata a Sud Ovest. La Ierofania è visibile per una decina di minuti. L’effetto non avviene all’ora del tramonto astronomico, ma alcuni minuti prima quando il sole si trova ad un’altezza di circa 5°.


La prova archeologica dell’intenzionalità degli allineamenti riscontrati a PETRE DE LA MOLA è dimostrata da un Petroglifo con solchi incisi dall’uomo circa 4.000 anni fa ed orientati agli eventi del Solstizio d’Inverno su un blocco orizzontale di roccia inglobato da un muro a secco, scoperto nel 2013 da Leonardo Lozito e studiato congiuntamente all’astrofisico Vito Francesco Polcaro.


Subito dopo l’osservazione della Ierofania bisogna raggiungere la sommità del Monte Croccia ed osservare attraverso due grandi massi, indicati da un Petroglifo quadrangolare inciso su uno di essi, uno tra i più precisi tramonti astronomici d’Italia.


Possiamo quindi concludere che il culto del Solstizio d’Inverno sul Monte Croccia è stato mantenuto per molti secoli e fino all’occupazione del sito, ma il ricordo è rimasto fino ai nostri giorni, infatti nei giorni che precedono il Natale c’è l’usanza per gli abitanti di Oliveto Lucano, di recarsi sul Monte Croccia e raccogliere una pietra da portare a casa dove fa bella mostra sull’architrave del camino con funzione beneaugurante per i futuri raccolti. Quindi il sito di PETRE DE LA MOLA era utilizzato per i culti della fertilità dalle donne che non riuscivano ad avere figli durante i giorni del Solstizio d’Inverno.

Testo a cura di Leonardo Lozito (Vice Direttore Nazionale Gruppi Archeologici d’Italia)