Premio Falorni

Il Premio Marco Falorni, destinato a persone particolarmente attive nel campo dell’osservazione planetaria, è conferito in sede di Congresso Nazionale, su indicazione del responsabile della Sezione Pianeti. Il Premio «Marco Falorni» è stato istituito dalla Sezione Pianeti UAI nel 2006 e va a sostituire altri riconoscimenti che, in passato, la Sezione ha intitolato a Paolo Senigalliesi e a altri illustri planetaristi italiani.

Segue l’albo d’onore dei premiati

2024

 

Ivano Dal Prete – (Congresso UAI a Scheggia)

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2016
 

Gianluigi Adamoli – (Congresso UAI a Prato)

Premio conferito per la lunga attività di responsabile del progetto Giove in ambito UAI, come coordinatore e analizzatore delle osservazioni italiane.

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2012
 

Riccardo Mancini – (Congresso UAI a Frascati)

Premio conferito per l’impegno e professionalità nelle immagini planetarie, per il numero di immagini di Giove e l’assiduità nell’osservarlo da inizio a fine opposizione.

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2011

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Daniele Gasparri – (Congresso UAI a Senigallia)

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2010

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Antonello Medugno – (Congresso UAI a Napoli)

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2009

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 Marco Cardin (Congresso UAI a Padova)

Marco Cardin in questi ultimi anni si è affermato come uno dei più assidui e scrupolosi osservatori di Venere in luce violetta, nonostante le difficoltà oggettive poste da questo pianeta “difficile”, che rivela al meglio le tenui differenze di albedo nella coltre di nubi solo nella parte violetta dello spettro, poco o nulla utilizzata, fino ad un recente passato, dai non professionisti. Le sue numerose immagini, elaborate con cura e corredate di tutti i dati richiesti per una corretta interpretazione, sono state riprese con una webcam, e rendono possibili la costruzione di mappe rotazionali del pianeta e le misure della velocità dei venti atmosferici. Esse testimoniano sia un’ottima capacità tecnica per la ripresa al telescopio e l’elaborazione sia una buona dose di spirito scientifico e tenacia, doti necessarie ad ogni osservatore planetario. Marco Cardin, che ha inoltre contribuito con analogo livello di qualità alle altre campagne di osservazione della Sezione Pianeti, costituisce un esempio per tutti gli astrofili che aspirano ad un livello di eccellenza nell’osservazione planetaria.

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2007

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Tiziano Olivetti – (Congresso UAI a Faenza)

Tiziano Olivetti si distingue fra i fotografi astronomici per l’abilità di padroneggiare le tecniche digitali e per un impegno costante e sistematico. Pur non disdegnando la ricerca della “bella foto”, Tiziano produce risultati di grande sostanza scientifica e le sue splendide immagini dei pianeti sono apprezzate in tutto il mondo. La costante applicazione di metodi e convenzioni precise costituisce un raro riferimento di eccellenza per tutti gli appassionati di osservazione planetaria. Osservando da una latitudine favorevole (Bangkok, dove ha trascorso gli ultimi anni per lavoro) ha fornito, fra l’altro, un contributo al monitoraggio delle correnti atmosferiche di Giove e delle nubi di Venere nell’ultravioletto. Gli è accreditata la prima osservazione di un’eruzione di macchie nella Banda Equatoriale Sud di Giove, avvenuta nella scorsa apparizione. Il 10 dicembre 2005, col pianeta ancora basso nel crepuscolo mattutino, poche settimane dopo la congiunzione eliaca, Tiziano ha colto, in un’immagine strappata con caparbietà a un cielo ormai chiaro, il primo nucleo dell’insorgente perturbazione, che nei mesi successivi si sarebbe estesa in forma spettacolare su molta parte di Giove.

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2006
 

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Cristian Fattinnanzi  – (Congresso UAI a Catania)

Cristian Fattinnanzi è uno dei migliori fotografi astronomici italiani, nella ripresa dei pianeti e non solo. Le sue immagini, ricche di dettagli fini e di colori sontuosi, pubblicate sulla rivista UAI, su altri periodici e in vari siti web, lo hanno portato a notorietà internazionale. I suoi risultati sono stupefacenti se si considera che sono stati conseguiti per lo più con l’impiego di una semplice «webcam», osservando dal marciapiede sotto casa sua, a Macerata.
Essi testimoniano di una rara capacità tecnica nella messa a punto del telescopio, nel padroneggiare l’apparato di ripresa e le procedure di elaborazione; ma la loro bellezza estetica ci parla anche del gusto artistico dell’Autore che, pur non essendo fra le doti richieste nel lavoro scientifico, non di meno lo arricchiscono. 

Peraltro, la precisione di queste immagini nella resa dei dettagli planetari ha retto la prova di tutte le verifiche. Si ricordano in particolare le sistematiche osservazioni di Marte e di Giove, con la produzione di planisferi e animazioni di forte impatto spettacolare.
É bello ricordare anche l’indole amichevole di Cristian, sempre pronto a condividere le sue conoscenze tecniche e ad aiutare chi intraprende a sua volta la strada della fotografia amatoriale.

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Un ricordo di Marco Falorni

Marco Falorni, nato nel 1944 e deceduto dopo una rapida malattia nel 1995, ha giocato un ruolo fondamentale per gli astrofili italiani, che ne ricordano la passione, il suo desiderio di trasmetterla, l’acume e l’ironia che lo caratterizzavano, l’amicizia sincera. Fucina di proposte per la crescita della UAI, profondo conoscitore della realta’ degli astrofili a livello internazionale, ha ricoperto varie cariche in seno alla UAI, fino a quella, in ultimo, di Presidente.

Nell’ambito dell’osservazione astronomica Marco e’ stato, innanzitutto, un grande cultore dell’osservazione planetaria, disciplina che ha contribuito a traghettare – attraverso l’epoca delle sonde spaziali – dalle osservazioni visuali alle riprese CCD, mostrando la strada da seguire per farla diventare un settore di punta nel panorama amatoriale italiano. Esperto osservatore, disegnatore eccelso, ricercatore meticoloso, ha sempre coltivato i contatti internazionali, anche a livello professionale, non solo nella sua Firenze, ad Arcetri, ma anche all’estero (in Inghilterra e Francia, in particolare). Queste sue esperienze hanno trovato uno straordinario successo nella fondazione della Sezione Pianeti UAI, avvenuta nel 1988, atto che ha prodotto un’evoluzione essenziale nei metodi di osservazione amatoriali.

Il premio è stato concepito durante la riunione della Sezione Pianeti svoltasi a Nizza il 24 Aprile 2006 presso l’Osservatorio Astronomico della Côte d’Azur.