Questo è il titolo che la Royal Astronomical Society ha dato alla notizia pubblicata per descrivere il lavoro di ricerca a cui hanno collaborato anche esponenti della Sezione “Gamma Ray Burst” dell’Unione Astrofili Italiani.
È con enorme soddisfazione che leggiamo l’articolo della Royal Astronomical Society che parla della ricerca a cui collabora la Sezione Gamma Ray Burst dell’Unione Astrofili Italiani (UAI), insieme con il NAOJ (National Astronomical Observatory of Japan) e la NASA. La Royal Astronomical Society dà la notizia dell’immenso catalogo dei Gamma Ray Burst, frutto di una ricerca coordinata dalla professoressa Maria Giovanna Dainotti dell’Osservatorio Astronomico Nazionale del Giappone (NAOJ).
La notizia cita la pubblicazione dell’articolo scientifico riguardante il Catalog GRB sulla rivista “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society”.
Ecco il link al comunicato stampa: https://ras.ac.uk/news-and-press/news/huge-gamma-ray-burst-collection-rivals-250-year-old-messier-catalogue
La UAI, attraverso la sua Sezione Gamma Ray Burst, affidata dal responsabile Claudio Lopresti a Ulisse Quadri, ha collaborato a fondo alla ricerca inviando le proprie osservazioni, leggibili su moltissime “Circulars” inviate e pubblicate sul sito della NASA.
Vale la pena di citare i membri della sezione GRB dell’UAI partecipanti a questa ricerca, che vengono indicati come coautori della ricerca:
Simone Leonini(1), Massimo Conti(1), Palo Rosi(1), Luz Marina Tinjaca Ramirez(1),Ulisse Quadri(2), Luca Strabla(2), Claudio Lopresti(3), Nello Ruocco(4)
1Montarrenti Observatory (Siena – Italy)
2Bassano Bresciano Observatory (Brescia – Italy)
3GAD – Gruppo Astronomia Digitale (La Spezia – Italy)
4Osservatorio Nastro Verde (Sorrento – Italy).
Il lavoro rappresenta il più grande catalogo mai assemblato di GRB osservati in lunghezze d’onda ottiche con distanze redshift misurate. L’interpretazione dei dati suggerisce che alcuni dei GRB più recenti si comportano esattamente nello stesso modo di quelli verificatisi miliardi di anni fa. Una simile scoperta è in contrasto con il quadro generale comunemente osservato nell’Universo, in cui gli oggetti si sono evoluti ininterrottamente nel tempo. Tutto questo quindi necessita ancora di ulteriori indagini.
Nel frontespizio dell’articolo professionale della Royal Astronomical Society si possono leggere, evidenziati in rosso i contributi della Sezione Gamma Ray Burst dell’Unione Astrofili Italiani:
Evidenziati in rosso i coautori dell’articolo della Sezione Gamma Ray Burst (UAI-SSV-GRB Section). In verde i primi firmatari dell’articolo. Qui l’articolo uscito su MNRAS 533, 4023–4043 (2024): link
Ecco una simulazione video di un Gamma Ray Burst: https://www.youtube.com/watch?v=_KiajyFGYlo&t=30s
Di tutto questo si parlerà anche al prossimo 32° Convegno Nazionale GAD (Gruppo Astronomia Digitale) che ospita i Meeting “Pianeti Extrasolari”, Stelle Variabili” e “Area Tecnica” il 12 e 13 ottobre 2024 all’Osservatorio della Montagna Pistoiese:
Claudio Lopresti
Responsabile delle Sezioni di Ricerca “Pianeti Extrasolari”, “Stelle Variabili” e dell’Area Tecnica UAI