L’asteroide 2020 SW sfiora la Terra, di Luca Buzzi
Con le moderne survey si scoprono ogni mese centinaia di asteroidi NEO; ad oggi, 25 settembre 2020, se ne contano 23760. Non deve quindi sorprendere l’incremento degli avvicinamenti stretti tra uno di questi ed il nostro pianeta.
Il 18 settembre 2020 il Catalina Sky Survey ha scoperto un asteroide molto debole, di mag. 21.5, con il telescopio da 1.5-m f/2 di Mount Lemmon (G96). Dopo essere stato seguito da altri Osservatori professionali e non, tra i quali l’ESA Optical Ground Station (J04) e l’Osservatorio di Visnjan (L01) l’MPC fa uscire la circolare MPEC 2020-S83, designando l’asteroide come 2020 SW.
Al momento della scoperta questo NEO, della sottoclasse Apollo, distava dalla Terra 3 milioni di km: impressionante se si pensa che l’asteroide ha un diametro stimato tra i 4 e gli 8 metri, dunque come uno scuolabus!
Dai parametri orbitali è emerso subito che l’asteroide avrebbe avuto un avvicinamento molto stretto con la Terra la mattina del 24 settembre, e nei giorni immediatamente successivi alla scoperta è stato monitorato da diversi Osservatori.
Le condizioni meteo del 23-24 settembre non erano ottimali in Italia, il cielo era nuvoloso un po’ ovunque ma, complice qualche buco tra le nubi, diversi Osservatori italiani sono riusciti a fotografarlo: Bernezzo Observatory (C77), Schiaparelli Observatory (204), G. Pascoli Observatory (K63), M57 Observatory (K38), Povegliano Veronese (A48), ALMO Observatory (G18), Farra d’Isonzo (595) e Ceccano (470). Insomma, un bello squadrone.
In Italia è stato seguito fino alla mezzanotte UT del 24/09, quando era ad una distanza di circa 240.000 km (0,6 distanze lunari) e si muoveva a 40”/minuto. Alle 11.12 UT ha raggiunto la minima distanza dalla superficie della Terra, 21.700km, quindi ben all’interno della fascia dei satelliti geostazionari. Subito dopo l’asteroide è diventato inosservabile, e sebbene l’asteroide abbia un periodo di rivoluzione attorno al Sole di circa 1 anno, il prossimo incontro ravvicinato con la Terra (a meno di 7,5 milioni di km) avverrà solo nel 2041.
Una notte fortunata: 2020SW, a cura di Giorgio Baj
Mercoledì 23 Settembre il meteo incerto mi fa prevedere un’altra occasione persa di riprendere un oggetto peculiare: velocissimo e con magnitudine assoluta di H 29, ossia con un diametro stimato in circa 7/10 metri. Inoltre, il mattino del 24/09 il suo passaggio ravvicinato alla Terra a circa 22.000 Km, è certo degno di nota.
Il tempo passa e le nubi rimangono, mentre l’asteroide 2020 SW continua la sua corsa nel cielo fino al punto in cui il mio strumento ( 0.30-m) lo stava aspettando a +48° dall’orizzonte, poco sopra gli alberi e i tetti delle case vicine. Sospiro… attendo… guardo il SAT24 ( un sito meteorologico) e non posso crederci: una finestra di sereno si stava aprendo generosamente.
Sembra strano ma si sente una scossa di adrenalina, finalmente centro l’oggetto e poi vai, START!
Never give up, a cura di Roberto Bacci
Parole rubate al gergo sportivo per descrivere la rocambolesca osservazione di questo asteroide salito agli onori della cronaca per il suo passaggio ravvicinato al nostro pianeta .
Le condizioni meteo erano pessime, per tutta la giornata ci sono state lievi precipitazioni e nuvole ma noi astrofili siamo abituati alle sorprese .Durante la cena con il disappunto di mia moglie mi sono alzato varie volte per controllare di persona l’evolversi della situazione metereologica , ma il cielo era coperto ,poi verso le ventuno il pianeta Giove faceva bella mostra di sé attraverso uno squarcio fra le nubi . Anche se non sapevo dove esattamente si trovasse l’asteroide rispetto alla zona di cielo che si era liberata dalle nuvole mi sono convinto di attivare l’osservatorio . Ho puntato il telescopio alle coordinate dove doveva trovarsi 2020 SW, la prima l’immagine acquisita era simile all’assenza del segnale tv , quando non c’era ancora la tv digitale, un bel grigio a pallini.
Non mi sono dato per vinto, ho continuato a riempire l’ hard disk di queste inutili immagini poi , verso le 21.30 alcune stelle sono magicamente apparse nel campo di ripresa, a quel punto felicissimo ho impostato i tempi di acquisizione corretti (10 secondi) ed ho iniziato la sessione di ripresa .Controllando la posizione dell’asteroide mi sono accorto che era posizionato sul bordo sinistro dell’immagine, sono dovuto intervenire correggendo la posizione ed ho continuato la sessione , purtroppo dopo circa 2 minuti le nuvole sono tornate costringendomi a interrompere . Controllando le immagini mi risultava una magnitudine di 16.8 e l’asteroide era visibile in una singola immagine. Alle 23.00 visto che il cielo non intendeva riaprirsi ho deciso la chiusura ,soddisfatto comunque dall’essere riuscito ad inviare le misure astrometriche al Minor Planet Center. Per la cronaca 5 minuti dopo che ho chiuso l’osservatorio è iniziato a piovere.
Un sasso tra le nubi, a cura di Adriano Valvasori e di Ernesto Guido
Allora la giornata è stata costellata da nuvoloni ed un piccolo temporale e ciò non faceva presagire niente di buona per la serata.
Subito dopo cena neanche volevo aprire l’osservatorio, ma la voglia di riprendere quel “sasso” era tanta e mi affacciai in cortile per vedere le condizioni meteo: stupore era tutto sereno!
Quindi mi sono affrettato ad aprire, accendere il pc, montatura e CCD, in pochi minuti ero operativo.
Verifico le coordinate dal MPC e punto l’oggetto: procedo con la messa a fuoco, il seeing non era dei migliori, visto anche il susseguirsi di temporali nella giornata, ma comunque cerco di ottenere il fuoco migliore.
Controllo le coordinate di puntamento, eseguo un primo scatto per verificare con Astrometrica la posizione dell’oggetto nel campo di ripresa. C’è!
Allora inizio la sequenza con pose da 5 secondi, ne programmo 100, sapendo che l’oggetto è veloce e potrebbe uscire dal campo di vista. Durante la sequenza faccio il primo stack&track di 20 immagini ed eccolo, quasi al centro delle immagini. Proseguo, faccio lo stack&track delle ulteriori venTi immagini ed eseguo un blink: è lui.
A fine sessione porto a casa 70 immagini che mi permettono di evidenziare bene questo “sasso” e nello stesso tempo di fare tre misure da inviare al MPC.
Bella serata e grande emozione, pensare che al momento della ripresa l’asteroide si trovava a poco più di 300.000km dalla Terra e 8 ore dopo sfiorava la superficie del nostro pianeta a circa 22000 km!