a cura di Biagio De Simone, tesoriere del Centro astronomico “Neil Armstrong” (CANA)
L’emergenza ambientale è un tema onnipresente nelle agende dei governi di tutto il mondo. L’impatto che l’umanità ha sull’ambiente non è affatto trascurabile, ragion per cui è cruciale porre in essere piani di monitoraggio e azioni per eliminare o quantomeno contenere tutte le forme di inquinamento generate dall’uomo. Quando si parla di inquinamento si pensa spesso alla plastica nei mari oppure alle ciminiere che emettono gas ricchi di particelle pesanti nell’aria. Eppure, ci si dimentica di tante altre forme di inquinamento. Quella di cui parliamo oggi è l’inquinamento luminoso. Questo consiste nell’aumento del livello di luce nel cielo notturno rispetto ai valori di buio naturale a causa dell’emissione di luce da parte di illuminazione artificiale.
Sarebbe limitante pensare a questa forma di inquinamento come a una noia per chi desidera guardare il cielo oppure scattare serenamente fotografie agli oggetti più lontani nell’universo. L’inquinamento luminoso ha un ampio ventaglio di conseguenze negative sull’economia, sulla salute dell’uomo, della flora e della fauna. A proposito di quest’ultima, notevole è l’impatto dell’inquinamento luminoso sulle tartarughe marine, specie già a rischio di estinzione per via dei danni causati dall’uomo. Quando le uova di tartaruga marina schiudono – generalmente tra il tramonto e l’alba – i piccoli che ne escono tendono ad andare verso il mare il quale riflette la tenue luminescenza delle stelle e della Luna, risultando leggermente più brillante rispetto al resto della terraferma. In base a ciò, avere delle luci artificiali come lampioni, faretti o insegne luminose a ridosso della spiaggia di nidificazione della tartaruga marina significa disorientare le neonate tartarughe, portandole a incastrarsi nelle barriere architettoniche incontrando la morte o finendo sotto gli occhi di tutti i predatori.
In base a queste premesse il Centro astronomico “Neil Armstrong” (di seguito CANA), grazie alla collaborazione con il Gruppo Astrofili Beneventani, ha partecipato al bando Astroiniziative UAI 2022 dedicato all’inquinamento luminoso. La proposta di progetto, all’epoca intitolata “E (troppa) luce fu”, è stata premiata come vincitrice dalla Commissione delegata dell’Unione Astrofili Italiani. Grazie al premio fornito, il CANA si è dotato di strumentazione idonea a misurare il livello di luce sia nel cielo notturno sia proveniente da fonti artificiali.
Nella prima fase del progetto, è stata realizzata una mappa dell’inquinamento luminoso sulla gran parte della provincia di Salerno, svolgendo una serie di misure di inquinamento luminoso a partire da dicembre 2022 fino a ottobre 2024. Grazie all’utilizzo dello Sky Quality Meter, sono state effettuate 660 misurazioni in 55 località diverse della provincia di Salerno. Grazie a questi dati, disponibili pubblicamente nel repository https://github.com/BDeSimone94/LightPollution/tree/main, è stata tracciata una mappa aggiornata del livello di inquinamento luminoso nella provincia.

La mappa, aggiornata al 30 ottobre 2024, dei livelli di inquinamento luminoso nella provincia di Salerno, realizzata dal CANA con la collaborazione del Gruppo Astrofili Beneventani
I dati ci mostrano come la totalità della provincia è al di sotto del livello di 20.5 mag/arcsec^2 in banda V. Un livello ottimale si ottiene da 21.5 mag/arcsec^2 a salire, ragion per cui il quadro risulta preoccupante e urge intensificare il dialogo con gli enti pubblici e le istituzioni al fine di attuare piani d’azione efficaci contro l’inquinamento luminoso.
Nel contesto del progetto proposto, il CANA ha collaborato anche con la Stazione Zoologica Anton Dohrn la quale si occupa della salvaguardia della vita marina lungo tutte le coste della Campania. In questo frangente, il CANA ha fornito il suo totale supporto alla stesura di un protocollo standard atto a misurare i livelli di inquinamento luminoso nelle spiagge dove nidificano le Caretta Caretta (tartaruga marina comune) suggerendo criteri che sono poi stati inseriti nella versione finale del protocollo.
Il futuro sviluppo del progetto prevede una copertura totale della provincia, con molteplici iniziative per divulgare questa tematica al pubblico e al contempo intrecciare uno stretto dialogo con le istituzioni e gli enti di vigilanza sul territorio.
L’inquinamento luminoso è forse la più subdola delle forme di inquinamento, perché colpisce quando l’umanità si riposa, ovvero di notte. La lotta alla luce eccessiva nel cielo non è solo un capriccio di una nicchia di appassionati di stelle che desidererebbe vedere la Via Lattea dal centro città. Questa è un’importante battaglia da portare avanti, insieme, con lo scopo di restituire al cielo il suo buio naturale. Ne va della spesa pubblica, dell’inquinamento del pianeta, della salute dell’uomo e di tutti gli altri esseri viventi con cui dividiamo il nostro pallido puntino azzurro. Con la testa tra le stelle… ma con i piedi per terra! Non dimentichiamoci della Terra.