Cari Soci e simpatizzanti,
a distanza di ormai quasi un mese (a seconda dei casi) dall’esplosione, anche nel nostro Paese, di questa drammatica pandemia, iniziamo a vedere i primi timidi segnali che possono farci sperare nell’imminente raggiungimento della fase più acuta, il famoso “picco”.
Ma naturalmente tutti ormai abbiamo capito che la risoluzione completa non è affatto a portata di mano, ed anzi dovremo abituarci a convivere, probabilmente per molti mesi ancora, con restrizioni e cautele di vario tipo ed attrezzarci altresì per affrontare una crisi economica profonda e duratura.
In queste settimane di confinamento domestico, abbiamo anche appreso che molto in realtà si può ancora fare ed anche gli astrofili stanno facendo la loro parte. Sotto l’egida del progetto “Il Cielo, da casa nostra”, decine e decine di appuntamenti a distanza, in webconference e di osservazione remota del Cielo, promossi dalle Delegazioni UAI stanno quantomeno alleviando la crisi di astinenza di molti appassionati o di tanti altri che, speriamo, hanno invece colto questa forzata occasione per interessarsi all’astronomia ed alla scienza, magari seguendo i consigli della UAI per l’osservazione diretta del Cielo da casa propria e approfittando della temporanea riduzione (15-20%) dell’inquinamento luminoso che la nostra Commissione IL sta rilevando.
Ma “guardare le stelle” non è – solo – trascorrere in modo utile ed intelligente il proprio tempo libero (già cosa non da poco), significa anche, e a maggior ragione in un momento come questo, comprendere e far comprendere quanto è importante “guardare avanti e oltre”, verso il futuro sviluppo del nostro paese e della nostra società, dandole speranza.
Forse è prematuro, e sicuramente in questo momento va arginata l’emergenza e contenuto l’impatto nell’immediato sulla nostra economia, sull’occupazione, sui servizi sociali. Ma non facciamo il grave errore di pensare che, per questo, si possano sacrificare ulteriori risorse per l’istruzione, per la formazione e per la ricerca tecnico-scientifica, in un contesto (quello italiano) che già le ha viste troppo spesso in fondo alla lista delle priorità.
E’ proprio nei momenti di crisi che bisogna al contrario investire, e molto, su di esse, sacrificando casomai il nostro stile di vita nell’immediato per puntare al futuro, per far ripartire un Paese a partire dalla conoscenza, dalla ricerca, dall’innovazione.
Non dimentichiamolo, quando sarà il momento.
Luca Orrù
Presidente UAI