L’Unione Astrofili Italiani (UAI) – da sempre in prima linea nella promozione e diffusione della cultura scientifica – lancia la collana di libri “I manuali del cielo”. Con la nuova iniziativa editoriale, l’UAI vuole offrire a tutta la comunità astrofila valide guide per l’osservazione e per lo studio dei fenomeni astronomici. I volumi della collana, a cura delle Sezioni della Commissione “Ricerca” dell’UAI, racchiudono un patrimonio di conoscenze astronomiche e di tecniche osservative accumulate e affinate negli anni dagli esperti dell’UAI. Come già noto, gli astrofili rappresentano un importante anello della “catena della ricerca”: con le proprie osservazioni – svolte con strumenti sempre più sofisticati – raccolgono dati su ampia scala indispensabili ai professionisti per la ricerca in molti campi dell’astronomia. Il primo numero della collana – disponibile in formato sia digitale che cartaceo – è intitolato “Piccoli mondi antichi” e raccoglie gli articoli dedicati al tema delle occultazioni asteroidali pubblicati sulla rivista “Astronomia” della UAI dal 2014 al 2020 proponendoli in una veste rinnovata e ampliata, con l’aggiunta di capitoli inediti. Il libro è il frutto del lavoro del coordinatore delle osservazioni di occultazioni asteroidali Pietro Baruffetti e del Gruppo Astrofili Massesi. Esploriamo i contenuti del libro “Piccoli mondi antichi”, che inaugura la nuova collana dell’UAI, con l’esperto Pietro Baruffetti, curatore del volume.
Il primo numero della collana “I manuali del cielo” UAI rappresenta una valida guida per chi vuole dedicarsi all’osservazione e allo studio delle occultazioni asteroidali, campo in cui gli astrofili sono impegnati con successo. In cosa consiste, brevemente, questo studio?
L’osservazione di occultazioni asteroidali consiste, dopo aver preparato l’evento, essenzialmente nel seguire, per qualche minuto, l’andamento luminoso di una stella, davanti alla quale è previsto il passaggio di un asteroide, visto dalla nostra località. Quando questo “passaggio” (occultazione) avviene, l’osservatore assiste a un pressoché istantaneo calo di luminosità (più o meno profondo a seconda delle magnitudini apparenti dei due oggetti coinvolti), cui segue, pochi secondi dopo, una successiva risalita alla luminosità iniziale. Dalla durata dell’occultazione si ricava – nota la velocità orbitale istantanea dell’asteroide – la lunghezza di una corda dell’asteroide. Quando le postazioni che osservano positivamente un evento sono più di una, si percepisce, in maniera sempre più precisa man mano che il numero delle corde aumenta, anche la sagoma dell’oggetto, l’eventuale presenza di satelliti o anelli di polveri e altri dati, a esempio il fatto che la stella occultante fosse in realtà una doppia finora sconosciuta.
Perché l’osservazione delle occultazioni asteroidali è diventata appannaggio degli astrofili?
La tecnica non è limitata solo agli astrofili, dato che talvolta questo tipo di osservazione è effettuato anche da professionisti o addirittura da telescopi spaziali. Si pensi alla misura della densità dell’atmosfera di Plutone o di Tritone o alla recente osservazione di una occultazione prodotta dal sistema di anelli dell’asteroide centauro (10199) Chariklo, effettuata dallo stesso Webb Telescope. Ma, come dicevamo, il dato essenziale da cui partire negli studi sono le corde positive. Le previsioni astrometriche negli ultimi 20 – 30 anni sono sensibilmente aumentate di precisione, sui tempi e sulla posizione geografica dell’ombra dell’asteroide grazie ai nuovi cataloghi stellari, quali GAIA3. Mantengono però un’incertezza ancora a livello di alcuni km, per cui solo il gran numero di postazioni (fisse o mobili) degli astrofili permette di catturare molti degli eventi, fornendo corde multiple. Gli osservatori professionali, che già sono oberati dal sovraccarico di altri tipi di ricerca, difficilmente potrebbero programmare un’osservazione sistematica di occultazioni e hanno poi il limite di essere pochi e difficilmente “trasferibili” alla bisogna.
Perché è importante studiare le occultazioni asteroidali? Quali dati scientifici possiamo ottenere?
L’osservazione di occultazioni asteroidali (le tecniche sono applicabili alle occultazioni prodotte da nuclei cometari, satelliti di pianeti del Sistema Solare) fornisce dati estremamente precisi sulla posizione istantanea, dimensioni e forma degli oggetti interessati. Precisione che è attualmente seconda solo all’osservazione diretta da parte di sonde che visitino l’oggetto. Ma non è realistico che possano esistere centinaia di migliaia o milioni di sonde da spedire attorno ai singoli asteroidi. Anzi, dal comportamento in casi di occultazione sono stati individuati alcuni bersagli potenziali verso cui inviare sonde.
In particolare, gli appassionati desiderosi di intraprendere l’attività osservativa quali preziose informazioni troveranno nelle pagine del libro?
Il nostro manuale, con i tanti suoi esempi concreti, mostra le potenzialità della ricerca amatoriale in questo settore, i possibili risultati, le tecniche osservative e di riduzione dei dati osservati. Come diciamo nel testo, viene “fotografata” la situazione, in questo campo, al 31 dicembre 2021. Ma il settore è in evoluzione. Nel corso del 2023 cambierà la modalità di comunicare e scambiarsi i dati osservativi e alcune tecniche di riduzione verranno ulteriormente automatizzate. Ma partendo da quanto diciamo nel testo il passaggio sarà semplificato per chi vorrà iniziare questo tipo di osservazione.
Il libro, scritto con linguaggio divulgativo, è indirizzato anche ai semplici curiosi del cielo? Cosa offre a questi lettori?
Ai curiosi del cielo il libro offre la possibilità di conoscere tante storie curiose – non solo di occultazioni e di astronomia – e di vedere come la ricerca astronomica sia frutto sempre più della collaborazione di tanti, e ancora accessibile ai dilettanti.
Nel libro trova ampio spazio il racconto di fatti curiosi e interessanti che riguardano gli asteroidi. Ne vuole citare uno?
Inizierei col dire che oggigiorno Internet offre una miniera di link, di dati, pubblicazioni, biografie, foto e articoli originali e tanto ancora. Per i curiosi è facile partire da una ricerca e poi trovarsi, per collegamenti successivi, dall’altro “lato” del pianeta. Può succedere, per esempio, di partire dall’occultazione prodotta da un asteroide, dal suo nome o da quello del suo scopritore e finire col perdersi in un mare di collegamenti in cui “il naufragar m’è dolce”. Mi è difficile quindi scegliere uno dei tanti casi riportati nel testo, ma, per limitarci solo all’ultimo capitolo, mai avremmo pensato di incrociare la storia di un pionieristico osservatorio astronomico posto proprio sul “cucuzzolo” del monte Bianco o di ritrovarci a collaborare con un gruppo di astrofili che osservava dal bel mezzo del Sahara…
⇒ Il libro “Piccoli mondi antichi. Storie e osservazioni di occultazioni asteroidali”, primo volume della collana UAI “I manuali del cielo”, è disponibile in formato sia cartaceo che virtuale.
Le informazioni sui costi e sulle modalità di acquisto sono disponibili al seguente link: https://www.uai.it/sito/pubblicazioni/manuali/manuali_piccoli-mondi-antichi/