a cura di Giannantonio Milani e Adriano Valvasori
La C/2021 A1 (Leonard) è una cometa molto particolare. Intanto è stata la prima cometa scoperta nel 2021 ed è stata osservata per la prima volta il 3 gennaio scorso da Gregory J. Leonard all’Osservatorio di Mt. Lemmon, esattamente un anno prima del suo passaggio al perielio, ovvero l’istante nel quale si troverà alla minima distanza dal Sole a 0,6 Unità Astronomiche (poco meno di 90 milioni di Km).

Fig. 1 In aprile la cometa Leonard era ancora un minuscolo oggetto oltre la diciassettesima magnitudine, ma il suo aspetto era già leggermente allungato lasciando intravedere già a poco meno di 4 Unità Astronomiche dal Sole lo sviluppo di una coda (immagine di Erik Bryssinck, Belgio)
In questi giorni è osservabile prima dell’alba e da cieli limpidi attraverso un binocolo. Ma sarà osservabile anche ad occhio nudo? La situazione non è così semplice come viene presentata dai media e vediamo di analizzare alcuni aspetti che riguardano questa cometa.
Normalmente una cometa raggiunge la sua massima luminosità intrinseca nel momento nel quale raggiunge la minima distanza dalla nostra stella, e questo avverrà il 3 gennaio 2022. Ma bisogna tenere conto anche del variare della distanza tra noi e la cometa, e infatti il massimo è previsto in questi giorni per la relativa vicinanza alla Terra. Le prime previsioni, ampiamente diffuse sul web, indicavano che la Leonard, pur non spettacolare, avrebbe potuto essere osservata anche ad occhio nudo in questo periodo. Per questo è stata quindi eletta subito “Cometa di Natale” 2021.
Secondo le prime proiezioni il massimo di luminosità avrebbe dovuto attestarsi intorno alla quarta magnitudine facendo accendere subito un certo entusiasmo. E’ noto che ad occhio nudo, in condizioni ottimali (cielo cristallino, senza chiaro di Luna e inquinamento luminoso), si possono osservare stelle all’incirca fino alla sesta magnitudine, quindi la cometa risulterebbe entro questo limite. Ma le comete sono sempre oggetti difficili e va innanzitutto considerato che non si tratta di oggetti stellari, ma di aspetto nebulare: la luce è quindi diffusa e la percezione visiva è di una luminosità molto inferiore a quella di una stella di pari magnitudine. Purtroppo le ultime previsioni, aggiornate in base all’andamento della cometa nelle ultime settimane, indicano un massimo di luminosità più basso, intorno alla magnitudine 5, facilmente osservabile al binocolo, ma molto difficile ad occhio nudo (ricordiamo qui che la scala in magnitudini usata in astronomia procede in ordine inverso: più è grande il numero più l’oggetto è debole).

Fig.2 La C/2021 A1 (Leonard) ripresa il 30 novembre 2021. Le elaborazioni rivelano una morfologia insolita correlata agli eventi di frammentazione del nucleo. (Adriano Valvasori e Ernesto Guido)
La Leonard potrà essere osservata ancora per poco, infatti verso metà dicembre le condizioni geometriche (posizioni relative di Terra, cometa e Sole) diverranno sempre più sfavorevoli e nel cielo la cometa ci apparirà prospetticamente sempre più vicina al Sole (distanza angolare inferiore ai 20 gradi; circa l’angolo sotteso dal palmo di una mano alla distanza di un braccio) e più bassa sull’orizzonte. Teniamo anche presente che avvicinandoci all’orizzonte aumenta l’assorbimento prodotto dall’atmosfera, che quindi agisce come un filtro attenuando la luminosità degli oggetti astronomici (è esperienza comune notare come il Sole al tramonto sia molto meno luminoso rispetto a mezzogiorno). Analogamente anche la cometa approssimandosi all’orizzonte subirà un inevitabile progressivo affievolimento rendendo più difficile l’osservazione, soprattutto da cieli di pianura. Intorno a Natale, quando teoricamente potrebbe essere osservabile subito dopo il tramonto del Sole, il cielo sarà ancora molto chiaro. Ad esempio al crepuscolo nautico (sole 12 gradi sotto l’orizzonte) è prevista di magnitudine 5,4, ma si troverà a soli 3° di elevazione sull’orizzonte, e quando sarà scesa completamente la notte la Leonard sarà già tramontata. Pur diventando intrinsecamente più luminosa avvicinandosi al 3 gennaio, ci apparirà in realtà indebolirsi per il rapido allontanamento dal nostro pianeta. In quel periodo sarà prospetticamente vicina al Sole e visibile a stento al tramonto; per poterla osservare dovrebbe diventare davvero luminosissima, cosa che è molto improbabile.
Le comete sono celebri per essere oggetti imprevedibili, ed infatti la Leonard qualcosa di strano lo sta già facendo da diverse settimane. Le misure fotometriche raccolte dal progetto CARA e dalla Sezione Comete mostrano dei cambiamenti nella emissione delle polveri già da settembre, accompagnati da progressive modificazioni morfologiche. I dati e le immagini parlano chiaro e ci raccontano che il nucleo della cometa si sta lentamente disgregando o frantumando. La stessa cosa era accaduta nel 2019 dalla cometa C/2019 Y4 (ATLAS), seguita con molta attenzione per la sua evoluzione imprevista e molto particolare.
La buona notizia è che, come avvenuto per la ATLAS, la cometa per il momento non si è completamente dissolta come avviene in molti casi analoghi, ma continua nel suo viaggio e ad essere osservabile con un binocolo o un telescopio. La domanda cruciale è se resisterà al passaggio al perielio, quando subirà le massime sollecitazioni mareali e riceverà il massimo irraggiamento dal Sole. Ma questo nessuno può dirlo. Le comete sono oggetti fragili, il nucleo è un agglomerato di bassa densità formato di polveri, ghiaccio e molecole organiche. Il forte sbalzo di temperatura tra il giorno e la notte concorre a screpolare e indebolire il nucleo, ma il calore riscalda solo la superficie e scende molto poco all’interno. E’ quindi sempre possibile che, pur perdendo pezzi, il nucleo riesca a sopravvivere al passaggio ravvicinato al Sole.
Per cercare di vederla in questi giorni, prima che si trovi troppo vicina al Sole, è bene munirsi di un binocolo stabilmente montato su di un treppiede, necessario per avere una visione ferma e nitida, o di un telescopio utilizzato a bassi ingrandimenti. E’ poi fondamentale, prima dell’alba, portarsi in luoghi con buona visibilità verso l’orizzonte Est, lontani dalle città e dall’inquinamento luminoso, preferibilmente in collina o montagna per alzarsi al di sopra delle nebbie e delle foschie.
Intanto gli astrofili appassionati di comete continuano a seguirla con assiduità. Infatti, se visualmente non è un oggetto spettacolare, diventa invece molto interessante nella riprese con CCD o fotocamere applicate anche a piccoli telescopi, sia per ottenere belle immagini, sia per scopi scientifici e per seguire il suo bizzarro comportamento.

Fig. 7 Nel grafico è mostrato l’andamento dell’attività della cometa mappato mediante la misura di una particolare quantità (Afp) che è correlata alla produzione di polveri, e che ci dice qualcosa di più su ciò che sta accadendo nel cuore della cometa. L’andamento dei valori è stato sostanzialmente costante all’incirca fino a settembre, subendo poi una improvvisa impennata a metà novembre, dopodiché vi è stata una rapida discesa. In termini di magnitudine, dopo un leggero aumento imprevisto, c’è stata una diminuzione circa di una magnitudine rispetto alle previsioni iniziali, riducendo di molto le aspettative per l’osservazione ad occhio nudo. Quel che potrà accadere ora vede diversi possibili scenari: dalla completa disgregazione del nucleo, con la morte della cometa, fino alla sopravvivenza, senza escludere in questa fase la possibile continua erosione del nucleo o la sua rottura in più frammenti. Tutto quindi è possibile e non ci resta che stare a vedere quale sarà il destino di questa cometa natalizia.