Conobbi Giorgio nel 1973 durante una visita scolastica presso l’Osservatorio di Roma Monte Mario. Giorgio era il responsabile delle visite e accortosi che ero particolarmente interessato all’astronomia (ero già un giovane astrofilo) mi disse che sarei potuto tornare quando volevo. Toccai il cielo con un dito. In quegli anni il Direttore dell’Osservatorio, Prof. Massimo Cimino, consentiva che il sabato mattina, presso la stanza di Giorgio, gli Astrofili si incontrassero. Giorgio era sempre prodigo di consigli, sia per la costruzione degli strumenti che per la realizzazione di osservazioni fotografiche e visuali. Negli anni in cui i prodotti per astronomia per astrofili erano molto scarsi e costosi, il fai da te imperava ed era essenziale per seguire la nostra passione. Giorgio era una fonte inesauribile di idee e tutti noi eravamo incantati dalle sue soluzioni tecniche, semplici da realizzare ma efficaci. L’Osservatorio di Frasso Sabino è stato realizzato anche grazie a lui, sia per la progettazione dello strumento che per la sua realizzazione. Tecnico esperto, capace, con una grande passione per l’astronomia, collaborava alla gestione del museo astronomico dell’Osservatorio; la sua passione per l’astronomia antica ed ottocentesca ha fatto sì che anche la Specola Vaticana lo chiamasse per collaborazioni nella manutenzione di alcuni strumenti antichi.
Attento e capace divulgatore, veniva spesso chiamato per conferenze, lezioni, corsi sia presso scuole che enti o Associazioni. In occasione di particolari fenomeni celesti, la RAI era solita intervistarlo. Collaborava nella realizzazione della pagina astronomica di televideo. Le sue conferenze e le sue lezioni hanno contribuito a indirizzare centinaia di giovani studenti liceali verso le facoltà scientifiche; alcuni di loro sono oggi astronomi.
Con alcuni di noi giovani astrofili (Roberto Haver, Claudio Costa, Attilio de Luca, Michela Panella, ma ne dimentico sicuramente moltissimi altri) nacque una profonda amicizia che è proseguita anche al di fuori dell’ambito astronomico e si è consolidata nel tempo. Dopo la perdita della moglie Laura, Giorgio ha cominciato a chiudersi in se stesso: alcune malattie ne hanno minato la voglia di vivere, ma non il suo desiderio di conoscere, che è rimasto immutato sino alla fine. Negli ultimi tempi amava ricordare il periodo sereno trascorso in osservatorio e fino all’ultimo è stato un po’ la nostra memoria storica, sempre pronto a dare indicazioni su fatti o eventi trascorsi relativi alla sua vita in osservatorio.
Per gli astrofili della nostra generazione è stato un maestro, un amico e un punto di riferimento; forse senza di lui l’astrofilia romana sarebbe ora diversa e certamente non migliore.
Grazie Giorgio: sicuramente ora le tue amate stelle le potrai vedere da vicino.
A cura di Massimo Calabresi, Presidente dell’Associazione Romana Astrofili