Donatiello II è una delle tre galassie satellite di NGC 253 – la Galassia dello Scultore – scoperte da Giuseppe Donatiello, coordinatore della Sezione Nazionale di Ricerca “Profondo Cielo” dell’Unione Astrofili Italiani (UAI). L’immagine, catturata dal Telescopio Spaziale Hubble, è diventata Foto della Settimana sia sul sito dell’ESA sia su quello della NASA.
Come spesso accade quando c’è di mezzo Hubble, l’immagine è diventata virale nonostante non sia una di quelle che fanno immediatamente presa sul pubblico. Anzi, secondo i canoni di spettacolarità, non avrebbe nemmeno i numeri per arrivare sui siti strettamente scientifici. Ad aver fatto presa è stata invece la storia dietro alle scoperte, portata all’attenzione da Davide De Martin, nel gruppo di esperti che ha preparato l’immagine.
Trovata nel corso di una ricerca sistematica di satelliti intorno a NGC 253 nel 2021, sin dalle prime analisi apparve notevolmente di bassa luminosità e dimensioni contenute. Il nuovo oggetto poteva essere classificato come galassia nana ultradebole (UFD) e con una magnitudine assoluta -7,7 era tra gli oggetti della sua categoria più deboli a suo tempo conosciuti. Anzi, era la galassia UFD più debole conosciuta al di fuori del Gruppo Locale, distando circa 11,4 milioni di anni luce.
Donatiello II era stata scoperta indipendentemente anche da un altro gruppo impegnato nella ricerca di satelliti di NGC 253, quindi era stata nominata Scl-MM-dw3. La priorità della scoperta spetta comunque a Giuseppe Donatiello che ha trovato la galassia il 18 gennaio 2020, quindi l’immagine è stata presentata come Donatiello II.
Anche se con quasi due anni di ritardo e pur non essendo una nuova scoperta, centinaia di testate in tutto il mondo hanno parlato dell’immagine e delle scoperte. A fare notizia è stata tuttavia la mancata rilevazione da parte degli algoritmi delle tre galassie DoII, III e IV. Questo ha dimostrato che ancora le macchine falliscono dove l’uomo ha invece un gran talento nel fare collegamenti e riconoscere cose non convenzionali. La ricerca delle galassie UFD rimane comunque un compito difficilissimo e richiede una grande abilità e competenza che non possono essere improvvisate. A conferma, nessun altro è stato ancora in grado di conseguire risultati analoghi usando dati pubblici.
Dell’utilizzo di tali dati – nello specifico quelli ottenuti con la Dark Energy Camera e DESI LS – ne ha ampiamente trattato un articolo pubblicato nel blog del NOIRLab statunitense, in cui si parla di Donatiello:
https://noirlab.edu/public/blog/galactic-neighborhood/
A tale importante istituzione, ente gestore di molte strutture scientifiche, non sono passati inosservati i risultati dell’astrofilo italiano e, a buon diritto, è stato incluso in una speciale lista di utenti. Ogni nuova scoperta ottenuta è, infatti, la migliore promozione verso il pubblico e giustificazione per ottenere i necessari finaziamneti. Ed è motivo di vanto far conoscere i migliori risultati scientifici. Ricordiamo che nei dati DECam, Donatiello ha anche scoperto Pisces VII e Pegasus V due UFD nel sistema di Andromeda (M31), portando il totale delle scoperte a sei.
Quello delle galassie è tuttavia un tema per il pubblico alquanto approssimativo. Poco conosciuti sono i processi di scoperta, la nomenclatura e gli oggetti d’interesse. Le piccole galassie vicine non sono oggetti d’interesse marginale, ma rivestono invece una notevole importanza nei modelli di formazione galattica e sono considerati veri fossili del giovane Universo. Le UFD, nello specifico, sono i migliori testimoni della reionizzazione e conservano tracce delle primissime stelle. E’ straordinario che un certo numero di questi oggetti siano stati scoperti dalla stessa persona e nemmeno professionista.
Link correlati:
https://esahubble.org/images/potw2306a/
https://www.nasa.gov/image-feature/goddard/2023/hubble-spots-an-elusive-galaxy
https://www.uai.it/sito/news/uai-ricerca/lastrofilo-giuseppe-donatiello-scopre-altre-tre-galassie/
Martinez-Delgado et al. A&A 652, A48 (2021) DOI https://doi.org/10.1051/0004-6361/202141242