I vincitori 2006 sono Paolo de Bernardis e Andrew Lange per Astronomia
e astrofisica osservative, Elliot Meyerowitz e Chris Somerville per Genetica molecolare delle piante, Ludwig Finscher per
Storia della musica occidentale dal XVII secolo e Quentin Skinner per Storia e teoria del pensiero politico.
Il Professor de Bernardis durante la premiazione
Roma, 24 novembre 2006- Sono
stati consegnati oggi dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano i Premi Balzan 2006. Durante la cerimonia
che si è svolta presso l’Accademia Nazionale dei Lincei sono stati premiati:
– Ludwig
Finscher (Germania, Università di Heidelberg) per Storia della musica occidentale dal XVII secolo,
– Quentin
Skinner (Regno Unito, Università di Cambridge) per Storia e teoria del pensiero politico,
– Paolo de Bernardis
(Italia, Università di Roma La Sapienza) e Andrew Lange (USA, California Institute of Technology) per Astronomia e
astrofisica osservative,
– Elliot M. Meyerowitz (USA, California Institute of Technology) e Chris R. Somerville
(Canada/USA, Carnegie Institution) per Genetica molecolare delle piante.
Per ciascun premio
la Fondazione Internazionale Balzan assegna un milione di franchi svizzeri (circa 630.000 euro), ammontare che consente
di annoverare il Balzan tra i più generosi premi internazionali che promuovono nel mondo la cultura e le scienze.
Metà della somma viene devoluta dagli stessi premiati a giovani studiosi per portare avanti le loro opere e ricerche.
Le materie premiate (che cambiano ogni anno venendo scelte tra lettere, scienze morali, arti, scienze
fisiche, matematiche, naturali e medicina) e i vincitori sono scelti dal Comitato Generale Premi, organismo indipendente
della Fondazione Internazionale Balzan “Premio”, presieduto da Sergio Romano e composto da venti insigni studiosi di undici
Paesi europei.
Il premio Balzan 2006 per Storia della musica occidentale dal XVII secolo è stato assegnato a
Ludwig Finscher “per il suo intenso impegno di ricerca nel campo delle scienze musicologiche, per le sue penetranti e memorabili
interpretazioni di capolavori musicali, per i suoi profondi commenti ai fenomeni musicali cosi come per la sua direzione
editoriale della nuova edizione dell’enciclopedia Die Musik in Geschichte und Gegenwart, che rende le più recenti
ricerche accessibili a una vasta cerchia di musicisti e amanti della musica”. (Motivazione ufficiale del Comitato Generale
Premi)
Quentin Skinner ha ricevuto il Balzan 2006 per Pensiero politico: storia e filosofia”per la sua formulazione
di una metodologia innovativa per lo studio della storia delle idee,il suo fondamentale contributo alla storia del pensiero
politico e le sue penetranti riflessioni sulla natura della libertà”.
Nel campo dell’Astronomia e astrofisica
osservative, Paolo de Bernardis e Andrew Lange sono stati premiati “per i loro contributi alla cosmologia, specialmente
con l’esperimento BOOMERanG su pallone stratosferico antartico”.
Ad Elliot Meyerowitz e Chris Somerville, è andato
il premio per Genetica molecolare delle piante “per i risultati ottenuti nel promuovere Arabidopsis come organismo modello
per la genetica molecolare delle piante. L’uso di Arabidopsis ha avuto implicazioni di amplissima portata, sia nella di
ricerca di base che nelle potenziali applicazioni, per la scienza dei vegetali”.
La
cerimonia di consegna dei Premi Balzan si svolge ad anni alterni a Roma, alla presenza del Presidente della Repubblica,
e a Berna, al Palazzo Federale. Le quattro materie che verranno premiate nel 2007, come sempre accoppiate nelle categorie
delle scienze umane e delle scienze naturali saranno: letteratura europea (1000-1500), diritto internazionale dopo il 1945,
immunità innata e nanoscienza. Nel 2007 verrà inoltre assegnato il Premio Balzan per l’umanità, la pace
e la fratellanza tra i popoli che viene attribuito ogni tre anni (nel 2004 andò alla Comunità di S. Egidio).
Presidente della Fondazione Internazionale Balzan “Premio” di Milano è l’ambasciatore Bruno Bottai,
la Fondazione Internazionale Balzan “Fondo” è presieduta da Achille Casanova.
La Fondazione
Balzan
La Fondazione Internazionale Balzan opera dal 1961 per promuovere nel mondo la cultura, le scienze e le più
meritevoli iniziative di pace e di fratellanza tra i popoli. Il premio che ogni anno viene conferito a personalità
che si sono distinte a livello internazionale nel campo in cui operano, senza discriminazione di nazionalità, di
razza e di religione, prevede l’assegnazione di un milione di franchi svizzeri (circa 630.000 euro) per le quattro materie
selezionate di anno in anno. I premiati devolvono – secondo lo statuto del Premio Balzan – metà del premio a progetti
di ricerca condotti preferibilmente da giovani studiosi. Con un intervallo non inferiore ai tre anni la Fondazione Balzan
assegna anche il Premio per l’umanità, la pace e la fratellanza tra i popoli, che ammonta a due milioni di franchi
svizzeri (circa 1 milione 260 mila euro). La Fondazione Balzan opera a livello internazionale attraverso le proprie due
sedi, giuridicamente distinte: quella di Milano, che gestisce l’assegnazione dei Premi, e quella di Zurigo, che amministra
a tal fine il patrimonio lasciato da Eugenio Balzan.
Ufficio stampa Fondazione Internazionale
Balzan
Ariberto Necchi tel. 02 29501.385 – cell. 334 3639200
Marcello Foresti tel. 02 29501.387 – cell. 348 0137435
Maurizia Garzia cell. 349 6434229
Discorso del Professor Paolo de Bernardis
Premio Balzan 2006 per l’astronomia
e l’astrofisica osservative alla cerimonia di consegna dei
Premi Balzan 2006
Roma,
24 novembre 2006
Signor Presidente,
Membri del Comitato della Fondazione Balzan,
Signori e Signore,
Ricevere oggi il Premio Balzan per l’astronomia e l’astrofisica osservative è un grandissimo
onore, e corona nel migliore dei modi una attività di ricerca ventennale.
Con l’esperimento BOOMERanG abbiamo
esplorato per la prima volta regioni di Universo così lontane da rivelarcene l’immagine più antica. Questa
immagine ci ha permesso di misurare con grande precisione alcuni parametri globali dell’universo, come la sua curvatura
e la sua densità media di massa ed energia. L’esperimento ha anche permesso di sviluppare strumentazioni ottiche,
criogeniche ed elettroniche avanzatissime, che saranno utili anche in settori diversissimi dalla Cosmologia. Ed ha formato
diversi giovani studenti e ricercatori, permettendo loro di confrontarsi con problematiche entusiasmanti e metodologie
sperimentali rigorose. Credo che questa triplice valenza rappresenti al meglio l’essenza della Ricerca Universitaria e
sono felice che la Fondazione Balzan abbia riconosciuto il suo valore e con esso il valore della ricerca Astrofisica.
Realizzare l’esperimento BOOMERanG è stata una avventura impegnativa ed entusiasmante, che ha coinvolto un
gruppo internazionale di scienziati, tecnici e studenti. E’ a loro che va il mio primo ringraziamento. Il risultato che
abbiamo collettivamente ottenuto non sarebbe mai stato possibile senza l’impegno di tutti. Un impegno generoso e inflessibile,
nei laboratori, nelle officine, nelle campagne di lancio, nell’analisi dei dati. Un impegno creativo quando si dovevano
ideare soluzioni innovative. Un impegno incrollabile, quando si dovevano superare difficoltà tecniche e organizzative,
e determinato, quando si dovevano realizzare apparati, misure, calibrazioni, analisi, in tempi apparentemente insufficienti.
Credo che questo debba essere considerato un premio all’attività della collaborazione tutta. E qui è necessario
elencare, per gli italiani, oltre al gruppo di Cosmologia Osservativa dell’Università La Sapienza, con i contributi
particolarmente importanti di Silvia Masi, Francesco Piacentini, Gianluca Polenta, il gruppo criogenico dell’ENEA di Frascati,
diretto da Franco Scaramuzzi; il gruppo dell’IFAC-CNR di Firenze, diretto da Andrea Boscaleri; il gruppo dell’INGV di
Roma, diretto da Gianni Romeo; il gruppo dell’Università Tor Vergata diretto da Nicola Vittorio.
Il mio secondo
ringraziamento va al professor Francesco Melchiorri, recentemente scomparso, che mi ha iniziato allo studio osservativo
della Cosmologia e del Fondo Cosmico a Microonde. I suoi insegnamenti, il suo supporto continuo, e il suo stile di Uomo
e Ricercatore sono stati essenziali nella formazione mia e di tutto il gruppo di Cosmologia Osservativa dell’Università
La Sapienza, e hanno contribuito significativamente al successo dell’esperimento BOOMERanG.
L’esperimento è
stato possibile grazie al supporto finanziario e organizzativo di tre grandi istituzioni italiane. L’Agenzia Spaziale Italiana,
che ha fornito le risorse per la realizzazione di molta parte dell’hardware di nostra competenza, e con le sue attività
della base di Trapani ha formato competenze specifiche importanti sui palloni stratosferici. Il Programma Nazionale di
Ricerche in Antartide, una realtà importante e che merita forse maggiore attenzione istituzionale, che ha finanziato
la realizzazione di parte dell’hardware dell’esperimento, ed ha svolto un importante lavoro di supporto logistico durante
le campagne antartiche di lancio. L’Università di Roma La Sapienza che, oltre ad aver ospitato nei suoi laboratori
del Dipartimento di Fisica l’attività di realizzazione di gran parte dell’hardware (e di questo sono grato ai Direttori
Guerra e Martinelli che in questi anni hanno sempre aiutato BOOMERanG), in un momento di crisi riuscì a reperire le
risorse necessarie per la realizzazione degli specchi principali dell’esperimento.
Con BOOMERanG pensiamo di aver
dimostrato che investimenti relativamente modesti, se ben indirizzati, possono portare a risultati molto importanti. Ma
non è e non può essere sempre così. Alla ricerca scientifica, di base e applicata, devono essere fornite
continuamente congrue risorse umane e finanziarie, perché possa svolgere il ruolo centrale che le compete in un Paese
moderno: se assegnate con rigore e coerenza, queste risorse rappresentano sempre un investimento fruttifero per il Paese.
Il Premio Balzan è per noi non solo un riconoscimento delle attività e dei risultati della collaborazione BOOMERanG,
ma anche una iniezione di speranza per le attività future nostre e dei giovani ricercatori e collaboratori. Nella
situazione contingente di generale recessione delle risorse umane e finanziarie nell’Università, il contributo del
premio permetterà la continuità delle nostre attività e la formazione di altri giovani.
Per questo
sono particolarmente grato alla Fondazione Balzan, e più in generale per l’opera che svolge e per l’attenzione che
dimostra alla Scienza e alla Cultura, le componenti che ritengo primarie nello sviluppo della società civile.
IL FORUM DEI PREMIATI BALZAN ALLA “SAPIENZA”
Gli insigni studiosi che hanno ricevuto i Premi Balzan
dalle mani del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano a colloquio con ricercatori, cultori e studenti.
Roma, 23 novembre 2006 – Gli eventi celebrativi del Premio Balzan, tradizionalmente collocati
nel mese di novembre ad anni alterni nelle capitali di Italia e Svizzera, si sono arricchiti in questa edizione romana
di una preziosa occasione di dialogo con grandi studiosi provenienti da Germania, Italia, Regno Unito e Stati Uniti.
Per la prima volta, infatti, la Fondazione Internazionale Balzan ha programmato, in collaborazione con
l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, il forum dei premiati Balzan svoltosi oggi nell’Aula Magna dell’Università.
Si è trattato di un inusuale e sorprendente viaggio nelle dimensioni dell’uomo, a partire dalle materie premiate nel
2006: dalla genetica molecolare delle piante all’astronomia, dalla storia della musica al pensiero politico.
Protagonisti: l’italiano Paolo de Bernardis, il britannico Quentin Skinner, il tedesco Ludwig Finscher
e gli statunitensi Andrew Lange, Elliot Meyerowitz e Chris Somerville vincitori dei quattro premi che sono stati autorevolmente
presentati dai membri del Comitato Generale Premi (presieduto dall’ambasciatore Sergio Romano): Salvatore Veca (Italia),
Per Olof Lindblad (Svezia), Gottfried Scholz (Austria) e Marc Van Montagu (Belgio). L’incontro è stato moderato
da Paolo Matthiae e Nicola Cabibbo nella loro duplice veste di professori de “La Sapienza” e rappresentanti della Fondazione
Balzan.
Aprendo i lavori del Forum, il Rettore dell’Università degli Studi di Roma “La
Sapienza” Renato Guarini ha sottolineato come le università “siano luogo di eccellenza scientifica in quanto
fondate sul binomio inscindibile di ricerca e insegnamento“, ricordando in particolare “il grande prestigio della “scuola”
di Fisica de “La Sapienza” con un percorso che dai ragazzi di via Panisperna arriva fino ai giorni nostri con straordinarie
scoperte sulla materia e sull’origine del cosmo”.
Per il Presidente della Fondazione Internazionale
Balzan-“Premio” ambasciatore Bruno Bottai (presidente anche della Società Dante Alighieri che ha lo scopo di diffondere
la cultura italiana nel mondo) “la Presidenza della Repubblica e le istituzioni italiane hanno sempre dimostrato considerazione
e stima per la Fondazione Balzan, impegnata da molti anni a incoraggiare a livello internazionale, senza distinzione di
nazionalità, razza o religione, la cultura e le scienze e le più meritevoli iniziative umanitarie, di pace
e di fratellanza fra i popoli. La Fondazione ha da poco doppiato il capo dei cento premiati e con essi, cambiando ogni
anno le materie oggetto del riconoscimento, ha compiuto un percorso affascinante nei campi di ricerca delle scienze, tanto
quelle naturali quanto quelle umane”.
La Fondazione Balzan
La Fondazione Internazionale
Balzan opera per promuovere nel mondo la cultura, le scienze e le più meritevoli iniziative di pace e di fratellanza
tra i popoli. Il premio che ogni anno viene conferito a personalità che si sono distinte a livello internazionale
nel campo in cui operano, senza discriminazione di nazionalità, di razza e di religione, prevede l’assegnazione di
un milione di franchi svizzeri (circa 630.000 euro) per le quattro materie selezionate di anno in anno. I premiati devolvono
– secondo lo statuto del Premio Balzan – metà del premio a progetti di ricerca condotti preferibilmente da giovani
studiosi. La Fondazione Balzan opera a livello internazionale attraverso le proprie due sedi, giuridicamente distinte:
quella di Milano, che gestisce l’assegnazione dei Premi, e quella di Zurigo, che amministra a tal fine il patrimonio lasciato
da Eugenio Balzan.
Forum dei premiati Balzan
Università degli Studi di Roma “La Sapienza”,
Aula Magna
Giovedì 23 novembre, ore 15
La Fondazione Balzan, in collaborazione con
l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, ha inteso col Forum dei Premiati offrire un’eccezionale occasione
di divulgazione multidisciplinare sulle materie premiate quest’anno: Storia e teoria del pensiero politico, Astronomia
e astrofisica osservative, Storia della musica dal secolo XVII e Genetica molecolare delle piante.
Interventi di
Renato Guarini, Rettore dell’Università degli Studi di Roma “La
Sapienza”
Bruno Bottai, Presidente della Fondazione Internazionale Balzan-“Premio”
Quentin
Skinner, Università di Cambridge
Premio Balzan 2006 per la Storia e la teoria del pensiero politico
presentazione
di Salvatore Veca, Comitato Generale Premi Balzan
Paolo de Bernardis, Università degli
Studi di Roma “La Sapienza” e
Andrew Lange, California Institute of Technology
Premio Balzan 2006 e per l’Astronomia
e l’astrofisica osservative
presentazione di Per Olof Lindblad, Comitato Generale Premi Balzan
Ludwig Finscher, Università di Heidelberg,
Premio Balzan 2006 per la Storia della musica occidentale
dal XVII secolo
presentazione di Gottfried Scholz, Comitato Generale Premi Balzan
Elliot
M. Meyerowitz, California Institute of Technology e
Chris R. Somerville, Carnegie Institution
Premio Balzan
2006 per la Genetica molecolare delle piante
presentazione di Marc Van Montagu, Comitato Generale Premi Balzan
Moderatori
Nicola Cabibbo, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Fondazione Balzan
Paolo
Matthiae, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Fondazione Balzan
Ufficio
stampa Fondazione Internazionale Balzan
Ariberto Necchi tel. 02 29501.385 – cell. 334 3639200
Marcello Foresti
tel. 02 29501.387 – cell. 348 0137435
Maurizia Garzia cell. 349 6434229
www.balzan.it
Schede sui premiati Balzan 2006
PAOLO DE BERNARDIS E ANDREW LANGE: RAPPRESENTARE
L’UNIVERSO ALLO STATO EMBRIONALE
Negli ultimi 15 anni i vincitori del Premio Balzan per l’Astronomia e
astrofisica osservative, Paolo De Bernardis (Università degli Studi di Roma “La Sapienza”) e Andrew Lange (California
Institute of Technology) hanno lavorato insieme, unitamente ad un folto gruppo di colleghi e studenti, nel tentativo
di rispondere ad alcuni dei quesiti più antichi dell’umanità. Come è iniziato l’Universo? Di che cosa è
fatto? Qual è il suo destino ultimo?
Con le loro ricerche, specialmente con l’esperimento
BOOMERanG su pallone stratosferico antartico hanno rivoluzionato la cosmologia.
L’Universo
ebbe inizio 14 miliardi di anni fa con una violenta esplosione che i cosmologi chiamano il “big bang”. Il parallelo più
prossimo, tra il resoconto biblico e la comprensione scientifica moderna, è la frase: “e luce fu”. Per i primi 380.000
anni dopo il big bang è cambiato poco. Dopo 380.000 anni il plasma si raffredda generando un drastico cambiamento.
I fotoni smettono di interagire con la materia, vagando liberamente nello spazio continuando a perdere energia in proporzione
all’espansione dell’Universo, fino a che – circa 14 miliardi di anni più tardi – una piccola frazione di essi viene
catturata dai telescopi. Se guardiamo verso il cielo con un microscopio a microonde debitamente progettato, abbiamo la
possibilità di vedere un’immagine dell’Universo allo stato embrionale. Il bagliore residuo dalla palla di fuoco
primordiale, visibile oggi come flusso di radiazioni a microonde quasi perfettamente uniforme, riempie interamente lo spazio.
E’ a questa radiazione di fondo a microonde (Cosmic Microwave Background, o CMB) che de Bernardis
e Lange hanno dedicato la loro carriera di studiosi, ed essa ha svolto un ruolo fondamentale nelle scoperte cosmologiche
dell’ultima decade. Le immagini ad alta risoluzione del CMB che furono catturate per la prima volta con BOOMERanG, e ora
anche molti altri esperimenti, hanno rivoluzionato la cosmologia.
La geometria dell’Universo
è stata misurata ed è approssimativamente piatta. Lo spettro angolare delle fluttuazioni di temperatura ci
porta a credere che l’Universo osservabile è stato sottoposto a un'”inflazione” superluminale dalle dimensioni sub-atomiche
a quelle macroscopiche, e che la materia ordinaria costituisce solo una piccola frazione della densità totale dell’energia
della massa dell’Universo. Catturando le prime immagini ad alta risoluzione di oggetti distanti che non saremo mai in grado
di vedere, i risultati di BOOMERanG hanno risolto un quesito cosmologico durato per decenni. Ora sappiamo che l’Universo
è formato da 5% di materia ordinaria, 25% di materia scura e 70% di energia scura.
ELLIOT MEYEROVITZ E CHRIS SOMERVILLE: UN PARADIGMA PER LA COMPRENSIONE DELLE PIANTE. DAL PRIMO GENOMA CONOSCIUTO DI
UNA PIANTA ALLE CONSEGUENZE FONDAMENTALI PER L’AGRICOLTURA E IL SETTORE ENERGETICO.
Le
piante hanno una importanza fondamentale per la vita e il benessere dell’uomo, non solo come alimento, ma anche come fonte
di molti dei materiali da costruzione, delle fibre, tessuti, tinture, prodotti farmaceutici, dei fiori e persino dell’ossigeno
che respiriamo. Le piante da fiore si sono evolute da un antenato comune solo intorno a 150 milioni anni fa e tutte le
250 mila specie di piante da fiore sono imparentate molto strettamente e condividono un corredo comune di geni.
Elliot M. Meyerowitz (California Institute of Technology) e Chris R. Somerville (Carnegie Institution,
California), premio Balzan per Genetica molecolare delle piante hanno sviluppato un progetto sperimentale organizzato
intorno all’idea di concentrare un forte investimento scientifico su un singolo organismo modello, scelto con attenzione
e rappresentativo di un gran numero di altri organismi. Meyerewitz e Somerville sono stati fra i primi a usare come
campione una piccola specie di senape denominata Arabidopsis thaliana, che è divenuta oggi la pianta sperimentale
più utilizzata.
Quando hanno cominciato a lavorare con l’Arabidopsis, circa venticinque
anni fa, nessuna pianta era stata mai scelta solamente per la sua utilità come organismo modello. I due scienziati
hanno puntato sull’Arabidopsis in modo indipendente perché gli esperimenti preliminari, compiuti da altri indicavano
che essa aveva tutte le proprietà desiderabili in una pianta modello. In particolare era piccola, facile da sviluppare,
autofecondante, diploide e con un ciclo vitale breve.
Hanno iniziato lo sviluppo di mappature
genetiche, popolazioni mutagenizzate, clonoteche, indagini a largo raggio delle sequenze del DNA ed infine hanno costituito
il comitato internazionale che ha curato la scrittura della sequenza completa del genoma dell’Arabidopsis. La formula di
questo successo era concettualmente semplice: isolare una mutazione che condiziona il processo o la struttura che interessa,
clonare il gene, scoprire dove e quando si manifesta, dove il prodotto del gene è localizzato, cosa fa e con che cosa
interagisce, direttamente o indirettamente. Molti dei problemi classici di biologia delle piante sono stati così
risolti.
Nel 2000 la sequenza del genoma dell’Arabidopsis è stata completata ad un livello
molto alto di esattezza di scrittura, facendo di questo il primo genoma conosciuto di una pianta. Lo studio di una piccola
e umile “erbaccia” nei laboratori dell’università ha insegnato cose indispensabili per lo sviluppo dell’agricoltura
e oggi il lavoro sull’Arabidopsis serve come base per molti dei moderni progressi nelle delle rese dei raccolti.
L’adozione diffusa dell’Arabidopsis come organismo modello, inoltre, ha conseguenze importanti ed attuali
nel settore energetico. Come dispositivi naturali di stoccaggio di energia solare, le piante possono anche essere una
fonte importante di energia, neutrale rispetto alle emissioni di anidride carbonica, necessaria per l’industria e l’agricoltura
del futuro. Stiamo usando grandi quantità di combustibili fossili per fornire l’energia necessaria per far crescere
e trasportare i nostri alimenti, e questi combustibili sono non solo una risorsa limitata, ma anche la fonte principale
dell’anidride carbonica che si sta accumulando nell’atmosfera e sta provocando il riscaldamento del globo. Ci troviamo
così in una spirale in cui il combustibile fossile è necessario per le coltivazioni, ma il suo consumo sta modificando
l’atmosfera ed il clima su cui i nostri sistemi agricoli sono basati. I progressi nella conoscenza di base della crescita
e dello sviluppo delle piante offrono una delle poche opzioni disponibili per interrompere la nostra dipendenza dai combustibili
fossili e sviluppare le fonti sostenibili e rinnovabili di energia senza emissioni.
QUENTIN SKINNER, IL
POLITOLOGO DI CAMBRIDGE CHE METTE IN DISCUSSIONE LA LIBERTA’ NELLA DEMOCRAZIA E SI BATTE PER UNA STORIA DELLA FILOSOFIA
CON UN CARATTERE GENUINAMENTE STORICO
Siamo davvero più liberi da quando sono nate
le democrazie? “Sono giunto alla conclusione pessimistica che, se dovessimo coltivare la consapevolezza della dipendenza
dalle forme di potere che non sono regolate da leggi a cui abbiamo dato il nostro consenso, potremmo trovarci a pensare
che siamo molto meno liberi nelle società democratiche moderne di quanto ci piace supporre”. E’ questa la risposta
del grande studioso della politica, e del repubblicanesimo in particolare, Quentin Skinner (Università di Cambridge),
Premio Balzan 2006 per la Storia e teoria del pensiero politico. “La nostra libertà come cittadini -sostiene Skinner
-è essenzialmente costituita dal fatto che non subiamo interferenze nel perseguimento dei fini ultimi che abbiamo
scelto. La libertà è giunta ad essere definita, cioè, in termini negativi, come assenza di interferenze:
fintantoché non siamo impediti nell’esercizio delle nostre facoltà, siamo considerati essere in completo possesso
della nostra libertà. Secondo Skinner invece possiamo essere non-liberi anche in assenza di specifiche interferenze:
il mero fatto di vivere alla mercè di altri è quello che in sostanza ci toglie la nostra libertà”.
Particolare, il legame dello studioso con l’Italia: lo studio delle teorie e pratiche politiche del Rinascimento e dello
status repubblicano, lo ha fatto diventare un punto di riferimento obbligato per gli studiosi. Skinner, è autore
di studi fondamentali, pubblicati in venti lingue, sulla storia del pensiero politico. Fra questi il volume, recentemente
pubblicato in Italia da il Mulino ‘Virtù rinascimentali’ (2006) in cui Skinner ha raccolto in un tracciato coerente
una serie di indagini sul contributo dell’umanesimo italiano allo sviluppo del pensiero morale e politico. Altre opere
pubblicate in Italia da il Mulino ‘Le origini del pensiero politico moderno (2 voll., 1989), ‘Machiavelli’ (1999), ‘Dell’interpretazione’
(2001) e, da Einaudi, ‘La libertà prima del liberalismo’ (2001).
Oltre a fare riferimento
ai suoi scritti sulla libertà, il Comitato Generale Premi Balzan ha citato nella motivazione del premio la sua
formulazione di “una metodologia distintiva per lo studio sulla storia delle idee”. Skinner ha presentato i suoi punti
di vista sul metodo storico in un libro tradotto in italiano Dell’interpretazione (il Mulino, 2001). “I grandi capolavori
della nostra tradizione filosofica – sostiene Skinner- sono artefatti culturali, non diversamente dalle altre grandi opere
d’arte, e se desideriamo comprenderli non abbiamo altra scelta che affrontarli storicamente”. Skinner, in sintesi si
sta battendo perché “la storia delle idee sia scritta come la storia di una attività, proprio come qualunque
altra attività – agricoltura, guerra, governo e così via – che gli storici hanno da sempre studiato. Otterremmo
così una storia della filosofia con un carattere genuinamente storico”.
LUDWIG
FINSCHER, SPIEGARE LA MUSICA CON CHIAREZZA E PROFONDITÀ IN RELAZIONE AGLI SVILUPPI FILOSOFICI DEL PENSIERO EUROPEO
Al centro dell’ opera di Ludwig Finscher (Università di Heidelberg, Premio Balzan 2006 per la Storia
della musica occidentale dal sec. XVII) sta la musica vista come parte integrante dell’ambiente culturale, sociale e
storico.
Cresciuto attorniato dalla musica, Finscher, pur non potendo suonare nessuno strumento,
partì dalla domanda, dettata dalla pura e semplice curiosità, su che cosa fosse questa musica che lo toccava
così profondamente, come funzionasse, da che cosa fosse nata e che cosa ci fosse da scoprire in essa. Quando iniziò
a frequentare l’università, si imbattè nel primo baricentro del suo lavoro, la musica del XV e XVI secolo.
Gli interessi teorici e di ricerca sulla storia dei generi musicali lo spinsero alla scelta dell’argomento della tesi di
abilitazione all’insegnamento: una storia della nascita del genere del quartetto d’archi fino alla formulazione di un
genere-modello promettente con Joseph Haydn. In questo modo Finscher trovò il secondo baricentro contenutistico del
suo lavoro, la musica dei classici di Vienna e la storia del genere. Nel 1968, diventa titolare di una cattedra a Francoforte
dove ha insegnato musicologia, passando poi a Heidelberg.
Tra i poli della musica del XV e XVI
secolo, da una parte, e i classici di Vienna, dall’altra, nonché tra l’interpretazione delle opere d’arte musicali
e quella dei generi delle composizioni, si è sviluppata l’opera di tutta la sua attività. In tutto questo la
storia delle composizioni ha sempre ricoperto un ruolo di primo piano, ma Finscher si è sempre sforzato di includere
anche i fattori esterni – la storia delle istituzioni, la storia sociale, la storia del gusto e delle idee – nell’interpretazione
dell’opera. Nello stesso tempo, ha sempre cercato di capire l’opera d’arte musicale come una struttura estetica, che
da una parte è una raffigurazione che mira a una sua unità e logica interna, e dall’altra parte, invece, è
un elemento fondamentale di sviluppo della storia della musica in un certo momento storico.
Con
i suoi due progetti di più largo respiro – l’esposizione in stile manualistico della storia della musica del XV e
XVI secolo e la monografia su Joseph Haydn -, ha perseguito obiettivi che volevano essere dimostrativi seppur lontani
dai trend storiografici. Entrambi i volumi sul XV e XVI secolo sono, nelle loro parti storiografiche, un tentativo di rendere
fertile il concetto di storia dei generi in un lasso di tempo nel quale, sino ad allora, aveva giocato un ruolo del
tutto secondario; mentre il libro su Haydn traccia la figura di un compositore la cui vita (sebbene riccamente documentata)
sembrava quasi irrilevante nei confronti delle sue opere, e quasi del tutto a sé stante; un’opera che, con conseguenze
uniche nel suo genere, è stata dedicata allo sviluppo sistematico di una nuova lingua compositiva e di generi musicali
come il quartetto d’archi e la sinfonia.
Alla fine degli anni ’80 Finscher viene invitato
a dirigere una seconda edizione completamente riveduta e corretta dell’enciclopedia Die Musik in Geschichte und Gegenwart
(La Musica nella storia e nell’attualità), anche grazie alla fama di poliedricità che si era costruito. Quest’opera
avrebbe assorbito sino ad oggi la gran parte delle sue forze lavorative. In essa Finscher ha potuto porre un forte accento
sulla storia dei generi, ma anche alla revisione dell’immagine di tutta una serie di compositori cosiddetti “minori”.
L’enciclopedia si concluderà l’anno prossimo.
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