Siamo Astrofili, siamo UAI: una lunga e bella storia che prosegue

7 Maggio 2025 / Commenti disabilitati su Siamo Astrofili, siamo UAI: una lunga e bella storia che prosegue

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a cura di Luca Orrù, Presidente UAI

Cari Soci e Amici Astrofili,

mi appresto a scrivere questo ultimo editoriale da Presidente con un misto di commozione, soddisfazione per i risultati raggiunti e certamente anche qualche rimpianto… per quello che invece non siamo riusciti a realizzare, ma assolutamente confidente che chi mi succederà proseguirà sul solco tracciato, dando continuità e coerenza al grande lavoro portato avanti fin qui, con un bilancio che – anticipo – valuto pienamente in attivo.

Ma prima, permettetemi una parentesi personale. La passione per l’astronomia mi accompagna più o meno dall’età di 13 anni e la associo nei miei ricordi a due oggetti in particolare: il libro “Stella per Stella” di Piero Bianucci, regalatomi da mia Zia, e un bel rifrattorino acromatico da 60 mm di costruzione tedesca, il mio primo telescopio, regalatomi invece da mio padre.

Da questi due stimoli, che rappresentano anche metaforicamente la duplice natura del nostro essere astrofilo (“apprendere” e “osservare”), è nato un percorso che mi ha portato anzitutto a formare un primo gruppo di giovani astrofili nel Liceo Scientifico che frequentavo – a sottolineare, anche qui, l’importanza fondamentale dell’ambiente scolastico, nel coltivare e far crescere le proprie passioni – e poi alla nascita ben 30 anni fa (proprio quest’anno) dell’Associazione Tuscolana di Astronomia sui Castelli Romani a sud di Roma, una delle Associazioni e Delegazioni della UAI più attive e rappresentative. Nel frattempo, si è inserito anche l’impegno al servizio del nostro bel sodalizio, prima con la cooptazione come Tesoriere nel 2009 (Presidente Emilio Sassone Corsi) seguita poi da ben tre mandati elettivi come Segretario (Presidente Mario Di Sora) ed infine dagli ultimi due come Presidente.

Da questa breve cronistoria, si intuisce la mia fede incrollabile nell’importanza della dedizione ad una causa, dell’essere perseveranti nel battere la traccia che porta a raggiungere degli obiettivi condivisi ed utili per una comunità, con una visione più “alta”, che vada almeno un pò oltre interessi particolari e personali: con questo spirito mi sono dedicato all’ATA come alla UAI e cerco anche di interpretare la mia vita professionale e personale.

Tornando alla nostra UAI, è quindi forse proprio questo l’obiettivo più importante che non abbiamo ancora raggiunto, ma che quantomeno siamo sulla buona strada per raggiungere. In tantissimi ormai – ben più di 1.000, visto che, a quanto pare, il numero degli associati è tornato stabilmente sopra questa soglia – ci riconosciamo nella UAI anzitutto come comunità allargata di associazioni – anche queste, ormai stabilmente oltre le 70 – e di astrofili singoli, che desiderano, cercano e spesso ottengono un beneficio avendo sperimentato che prima ancora di poter ricevere, bisogna dare qualcosa alla comunità di cui si è parte.

E non solo la quota associativa, conditio sine qua non, ma appunto un impegno diretto con un minimo di continuità, anche qualche sacrificio, contributi materiali e immateriali, la disponibilità ad ascoltare e condividere. Superata questa “barriera all’ingresso”, il ritorno è assicurato e il saldo sempre positivo!

In questo modo, abbiamo consolidato i punti di forza della UAI trovati già 20 anni fa: le Sezioni di Ricerca, i momenti di aggregazione (convegni e congresso), la rivista Astronomia, le commissioni didattica, divulgazione e inquinamento luminoso (all’epoca cosa diversa dalle Sezioni di Ricerca).

Abbiamo invece investito e fatto una scommessa sulla rete delle associazioni sul territorio, che – ad esclusione del primo decennio di vita della UAI – non era parte integrante dell’organizzazione: la riforma in senso “federativo” attuata soprattutto a partire dal 2017-18 sta portando una nuova linfa e un nuovo senso alla missione dell’Unione.

In parallelo, abbiamo anche cercato di modernizzare l’UAI sotto il profilo della comunicazione e dei media digitali, dell’introduzione di settori di attività nuovi e più vicini alle esigenze dell’astrofilia contemporanea, della collaborazione remota nonché, assolutamente non ultimo, nella gestione e nell’amministrazione, per avvicinarla almeno agli standard di qualità ed efficienza richiesti ad una, seppur snella, organizzazione nazionale.

Ci siamo anche sforzati di realizzare progetti – soprattutto, ma non solo, nel settore della divulgazione, didattica e formazione – di ampio respiro e con ricadute a livello nazionale, cercando e trovando spesso risorse economiche aggiuntive a quelle tradizionali (quote sociali e qualche sponsorizzazione).

Abbiamo costruito una nuova rete di relazioni anche con enti ed istituzioni esterne, sia a livello internazionale (con un impegno strutturato nella International Astronomical Union che è una assoluta novità) che nazionale, soprattutto pensando all’Istituto Nazionale di Astrofisica, ma non solo.

In definitiva, sono convinto che siamo riusciti a conservare il prestigio e la reputazione di cui l’UAI già godeva, ma siamo anche riusciti almeno in parte a trasformarla, rimanere al passo con i tempi e continuare a raccogliere adesioni, consensi e visibilità.

Posso assicurare che non era affatto scontato e che imboccare la strada, viceversa, verso un lento “oblio”, era assolutamente possibile.

Ma per fortuna questo rischio è scongiurato, e l’UAI di domani ha molte buone prospettive così come deve ancora risolvere alcune importanti debolezze e gestire minacce esterne.

Per citarne alcune, tra le buone, anzi ottime prospettive vedo soprattutto la crescita delle commissioni didattica e divulgazione e dei relativi convegni, che riscuotono anche grande interesse da parte della rete delle Delegazioni. Così come le già citate collaborazioni internazionali (IAU) e nazionali (INAF e speriamo anche la SAIt) possono costituire un importante fattore di crescita, se ben valorizzate.

Tra le debolezze, vedo una ancora eccessiva “timidezza” tra i soci – individuali o associazioni – nell’offrire la propria disponibilità e investire nella UAI e quindi nel proprio stesso futuro. Soprattutto, occorre un impegno congiunto nel sapere cogliere e sfruttare le opportunità di finanziamento che ben sappiamo esistere, avendo la struttura ma anche il coraggio – che talvolta è mancato – di gettare il cuore oltre l’ostacolo.

Infine, tra le minacce evidenzio da un lato il rumore “social-mediatico” che rischia di oscurare la visibilità ad un grande pubblico di organizzazioni no-profit e basate sul volontariato come la nostra e dell’altro l’impatto di un inquinamento ben più fisico qual è quello luminoso: come citato in apertura, l’astrofilia è apprendimento ma è anche osservazione e possibilmente osservazione diretta, con i nostri occhi che sono per primi dei meravigliosi strumenti di cattura dell’informazione che arriva fino a noi dall’Universo più remoto… una esperienza sensoriale che è alla base della nostra passione. Da non dimenticare.

Prima di chiudere è doveroso rammentare come questa lunga e bella storia che prosegue è fatta soprattutto di tantissimi amici, colleghi astrofili, soci o semplici simpatizzanti, con cui ho interagito anche solo per un breve tratto. Non potendo ovviamente citarli tutti, mi limiterò – certo che tutti vi si riconoscano – a ringraziare davvero con tutto il cuore da un lato Salvo Pluchino, che raccoglierà da me il testimone di Presidente e che darà continuità all’impegno di questi anni e dall’altro Cesare Pagano che, spesso un po’ nell’ombra, come Segretario Generale ha supportato magistralmente ma soprattutto sopportato il lavoro di tanti soci ed anzitutto del sottoscritto.

Se dal punto di vista materiale posso essere assolutamente certo di non aver guadagnato nulla, il valore positivo di queste relazioni umane, restituisce anche in questo caso un saldo positivo, direi tendente a infinito…

Non mi resta che cogliere questa occasione – l’ultima come Presidente – per augurare a tutti Voi di poter continuare a coltivare nel modo migliore la passione astrofila e allo stesso modo di volerla e saperla trasmettere agli altri. Sempre e comunque, sotto un bel Cielo Stellato!

 

 

Un saluto (ma non troppo) dal Segretario Generale uscente

a cura di Cesare Pagano

Cari soci,

mi accingo a lasciare il ruolo di Segretario Generale. Ho investito molto tempo negli ultimi sei anni in questo ruolo, contribuendo alla trasformazione riassunta dal presidente nella sua relazione congressuale e nell’editoriale del numero 2/2025 di Astronomia, ed è tempo per me di dedicarmi ad altro.

Nel salutarvi da questo ruolo (ma mi vedrete ancora come astrofilo e membro attivo della comunità) vorrei condividere i motivi per cui ho investito tutto questo tempo ed energie a supporto della comunità astrofila. Concorderete sull’importanza del pensiero critico per una cittadinanza efficace, e quindi per una democrazia sana, e concorderete sul ruolo importante della comunità astrofila nella diffusione della cultura scientifica e del pensiero critico nella società. Sono cose che ben sappiamo, sono il motivo per cui molti di noi si dedicano all’astrofilia attiva. Ebbene, la nostra azione è tanto più efficace e di valore quanto più siamo una comunità organizzata, coordinata e connessa col resto del mondo; in questi casi si usa spesso l’espressione “fare sistema”, cosa in cui purtroppo noi italiani, per la nostra storia, siamo culturalmente meno inclini di altri paesi, con conseguente perdita di competitività. Credendo fortemente in tutto ciò, ed avendo per formazione ed esperienze lavorative una “cassetta degli attrezzi” utile all’uopo, ho sentito quasi il dovere di mettere questa “cassetta” a disposizione della UAI, unico aggregatore nazionale della nostra comunità, per sviluppare una organizzazione strutturata.

Nello stesso spirito, ho anche investito nello sviluppo di collegamenti con istituzioni estere, a nome della UAI anche se non necessariamente come Segretario, come ho avuto modo di raccontare in qualche articolo recente sulla nostra rivista; ad oggi la UAI è ben nota e accreditata presso le strutture di Didattica e Divulgazione della International Astronomical Union grazie anche ai diversi astrofili italiani che contribuiscono ai loro gruppi di lavoro. La UAI è anche promotrice, assieme alla Federation of Astronomical Societies in UK, dello sviluppo di una rete internazionale di associazioni astrofile finalizzata allo scambio di esperienze e alla realizzazione di progetti comuni, che al momento vede già dodici partecipanti; questa rete ci consentirà di “fare sistema” a livello globale.

Il miglior segno di successo per me nei miei lavori presso varie organizzazioni è sempre stato il riuscire a non essere più indispensabile a ciò che contribuivo a creare. Per questo motivo la transizione con il nuovo Consiglio e il nuovo Segretario Generale sarà tale da garantire continuità con quanto costruito finora, da usare come base per ulteriori sviluppi.

Come detto all’inizio, rimango socio attivo in UAI, continuando a portare avanti le iniziative per la UAI che mi vedono coinvolto se così vorrà il nuovo Consiglio. Sempre con la speranza di contribuire a sviluppare una società migliore. Solo una goccia nel mare, ma almeno aiuta a prendere sonno.

In chiusura è doveroso sottolineare che i risultati si raggiungono sempre in collaborazione con altri, per cui ringrazio tutti coloro i quali vi hanno contribuito in questi anni, in primis le strutture di Amministrazione (Aurora) e Comunicazione (Azzurra).

Cieli bui e sereni a tutti!