Il principale interesse di un monitoraggio continuativo del pianeta consiste nella possibilita’ di rilevare e seguire dettagli atmosferici tanto piu’ preziosi in quanto rari. Ultimamente, i telescopi e la tecnologia a disposizione degli amatori permettono di osservare con una certa regolarita’ anche fenomeni non molto appariscenti (tipicamente, White Spot, WS) che una volta erano decisamente fuori portata. Frequenza, tipologia, evoluzione, durata, velocita’ delle correnti atmosferiche in cui sono immersi, sono dati di notevole importanza che dipendono quasi esclusivamente sull’impegno dei dilettanti.

 

Inutile nascondersi che sono richiesti ancora diametri medio-grandi e condizioni osservative decenti. In ambito UAI, solo le immagini di Tiziano Olivetti con un 50 cm e da latitudini ben piu’ favorevoli mostrano dettagli misurabili come WS o baie in NEB. Trevor Barry ha fatto un gran lavoro con un 40cm dall’Australia, qualcosa e’ saltato fuori anche in immagini di Viladrich dalla Francia (con un ½ metro).

 

Detto cio’, in un anno assolutamente privo di fenomeni macroscopici circa meta’ (!) delle immagini di Tiziano ha contenuto dettagli chiaramente visibili e misurabili. Per chiunque abbia familiarita’ con l’osservazione di Saturno, si tratta di un dato notevolissimo perche’ stiamo parlando di fenomeni comuni come piccole WS a breve vita, non di anomalie che capitano una volta per decennio.

 

In altre parole, se il monitoraggio a risoluzioni piu’ basse rimane vitale (anche un negativo serve, aggiunge alla statistica di eventi al di sopra di una certa soglia), per gli astrofili meglio equipaggiati l’osservazione di Saturno puo’ essere un’attivita’ che da’ molta soddisfazione. Aggiungo qualche consiglio:

 

  • Al migliorare delle condizioni osservative, anche strumenti sui 30-35 cm possono cominciare a dire la loro.

 

  • Una sessione dovrebbe sempre comprendere immagini nell’IR, dove la visilibita’ delle WS in particolare e’ decisamente migliore (che le immagini di Tiziano fossero in genere RGB la dice lunga sulla loro qualita’).

 

  • Inutile sovraelaborare, si sa che il rapporto segnale/rumore su Saturno e’ quello che e’, non ci vuole niente a far saltare fuori un sacco di “possibili” WS. I dettagli veri hanno presentano una certa morfologia e devono essere chiaramente al di sopra della soglia del rumore, altrimenti e’ inutile perderci tempo.

 

  • Spesso pero’ sarebbe davvero utile avere un’immagine di conferma, fatta a 10-20 minuti di distanza. Ogni scheda di Saturno dovrebbe in effetti essere composta di almeno due immagini separate, carenza di tempo e sonno a parte!

 

  • La maggior parte di noi elabora e posta subito, o il giorno successivo. Nel caso salti fuori qualcosa, e’ imperativo essere pronti a riprendere di nuovo quelle longitudini alla prima occasione. Un programma di questo tipo tradurrebbe un sacco di eventi da “sporadici” a fenomeni di cui e’ possibile provare a ricostruire la durata, drift rate etc. Attualmente questo e’ possibile solo nel caso di WS a lunga vita, come quella nella regione polare che e’ stata osservata per alcuni mesi l’anno scorso.

 

  • Le osservazioni visuali rimangono piu’ utili di quanto si potrebbe pensare. Il periodo orbitale di Saturno e’ di quasi 30 anni, e presenta rilevanti effetti stagionali. Questa banale constatazione implica che le osservazioni digitali disponibili in ambito UAI coprono appena 2/3 di un anno saturniano (il primo anno con piu’ di 10 osservazioni digitali e’ stato il 2000).

 

  • Ogni studio statistico dei fenomeni stagionali di Saturno deve utilizzare per forza di cose dati visuali. In particolare, le stime di intensita’ visuali sono meglio comparabili con i dati storici. Questi tipo di misure, specie se eseguite da osservatori esperti, sono tanto piu’ preziose in quanto ormai rare. L’anno scorso ne hanno eseguite solo Adamoli, Colombo e il sottoscritto. E’ ovvio che si trattera’ sempre di un complemento all’imaging, ma e’ bene che qualcuno continui a farlo.

 

  • Per chi voglia contribuire, sarebbe importante farlo in modo continuativo perche’ piu’ si osserva piu’ le misure diventano affidabili.

 

  • Non guasta anche avere controparti visuali per quei fenomeni osservabili anche all’oculare. La ragione e’ la stessa, garantire continuita’ e confrontabilita’ con i dati storici. In altre parole, aiutare a mettere in prospettiva storica le immagini digitali.

 

 

Ivano dal Prete

Coordinatore Programma Saturno

Luglio 2022