di Marco Rapino, Astropills
Chi vuole affacciarsi a questo affascinante mondo dell’astrofotografia spesso lo fa utilizzando la strumentazione di cui è già in possesso, ovvero una reflex digitale e un’ottica abbinata. Tuttavia è importante capire alcuni concetti chiave prima di cominciare a scattare e in questo articolo vedremo insieme quali.
La reflex è la prima compagna inseparabile di chi comincia ad immortalare il cielo notturno: Via Lattea e Star Trail sono solo i primi esperimenti che ci portano poi ad osare di più e a fotografare le prime nebulose, come ad esempio M42 nella costellazione di Orione durante il periodo invernale.
Che differenza c’è tra la fotografia tradizionale e l’astrofotografia?
Nella fotografia tradizionale i soggetti che fotografiamo sono spesso ben visibili ed illuminati rispetto agli oggetti che popolano il cielo notturno. Pertanto ci basta un singolo scatto per ottenere un’immagine pronta da visualizzare sul nostro PC o smartphone o da stampare ed appendere da qualche parte nella nostra casa.
Nella fotografia astronomica non è purtroppo così. E’ necessario fare molti scatti e usare dei software dedicati per poter apprezzare i dettagli delle meraviglie dell’universo. E’ un processo lungo che richiede molta pazienza, tecnica e anche un po’ di fortuna con le condizioni meteo, ma quando si arriva al risultato finale, la soddisfazione ripaga tutti gli sforzi impiegati!
Come impostare i parametri della reflex in astrofotografia?
I parametri che entrano in gioco e sono fondamentali per chi fa astrofotografia con una reflex digitale sono i seguenti:
- Apertura: per fare questo genere di fotografia è fondamentale raccogliere quanta più luce possibile, quindi è bene dotarsi di un obiettivo luminoso e tenerlo aperto quanto più possibile. Tuttavia un valore troppo basso di apertura può dare vita ad artefatti sulle stelle, come cromatismi ed aberrazioni quali coma, astigmatismo e altri ancora. In tal caso meglio chiudere di uno stop e solitamente i difetti più evidenti spariscono quasi del tutto.
- Lunghezza focale: se si possiede solo un treppiede fotografico e non si ha un sistema di inseguimento che compensi la rotazione terrestre, il tempo massimo di esposizione è fortemente limitato dalla lunghezza focale. Superato un certo intervallo di tempo le stelle cominceranno ad apparire strisciate in maniera concentrica rispetto alla stella polare, che rappresenta il centro di rotazione della volta celeste. Vedremo in seguito una semplice regola per determinare questo tempo, detta regola del 500 (basta dividere 500 per la focale utilizzata ed otterrete il tempo massimo in secondi), ma com’è facile intuire un 24mm permette tempi 10 volte superiori rispetto ad un 300mm. Per il principio del raccogliere più luce possibile in ogni scatti questo è un aspetto cruciale!
- ISO: l’impostazione di questo valore determina un coefficiente di moltiplicazione che viene applicato alla luce raccolta dal nostro sensore. Attenzione: l’ISO non rende il sensore più sensibile, semplicemente amplifica il segnale raccolto! Anche di questo ne parleremo in maniera approfondita in un articolo dedicato, ma sappiate che generalmente in astrofotografia gli ISO di riferimento vanno da 800 a 3200, a seconda del soggetto fotografato. Al raddoppiare di ISO raddoppia la luce registrata dal nostro sensore, ma questo va a discapito di un altro aspetto importantissimo: il range dinamico dell’immagine. Foto con alti ISO hanno una dinamica di colore e luminosità più compressa e offrono meno sfumature rispetto a bassi ISO. Tuttavia è un compromesso necessario e la fotografia astronomica è la madre dei compromessi!
- Tempo di esposizione: come già anticipato nella lunghezza focale, il tempo deve essere il maggiore possibile, ma è in funzione dell’ottica che abbiniamo alla nostra reflex. Il mio consiglio per chi comincia è di fare astrofotografia a campo largo e tenersi su una focale che non superi i 50mm sul formato full-frame
- Formato del sensore: questo non è un vero e proprio parametro che si può configurare, ma determina il campo visivo della camera. Un sensore grande permette una proiezione dell’immagine su una superficie più grande e un FOV (Field of View) maggiore. Spesso si parla, impropriamente, di fattore di crop quando si parla di sensori con formato APS-C e per la precisione di 1.5x per le Nikon e 1.6x per le Canon. Questo vuol dire che un 24mm su un sensore full-frame Nikon corrisponde a un 36mm su un APS-C sempre della stessa Nikon. Questo fattore gioca un ruolo anche nella regola del 500, ma lo approfondiremo in seguito. Per ora basta sapere che sensore grande equivale a maggior campo visivo.
- Formato dell’immagine: salvate sempre i dati in formato RAW. Non usate MAI il formato JPG in quanto è un formato compresso e non salva le informazioni in formato grezzo del sensore, cosa fondamentale quando si elaborano immagini astronomiche! L’unica eccezione può essere fatta se state facendo uno star trail, altrimenti mai salvare in altri formati diversi dal RAW della vostra camera (.NEF per Nikon e .CR2 per Canon).
- Bilanciamento del bianco: non importa dal momento che scatterete in RAW, ma se proprio dovete selezionarne uno scegliete “Luce naturale”.
- Modalità di scatto: manuale (modalità M). Volete avere il massimo controllo su apertura del diaframma e tempi di esposizione.
- Messa a fuoco: rigorosamente manuale. Aiutatevi con il live view della vostra camera se provvista e ingrandite su una zona lontana dove poter vedere abbastanza bene un oggetto (casa, montagna, collina) che vi permetta di mettere a fuoco. Se avete difficoltà potete usare l’autofocus, scegliete una luce lontana, ad esempio un lampione, e mettete a fuoco su quello. Dopodiché ritornate in manuale senza toccare la ghiera della messa a fuoco.
- Altre opzioni: se la vostra camera ne è provvista, disabilitate l’opzione per la riduzione del rumore per lunghe esposizioni. Questa opzione effettuerà un altro scatto dopo quello effettuato da voi, ma con l’otturatore chiuso. Così facendo calcolerà il rumore generato dal calore del sensore e lo sottrarrà da quello della vostra foto appena scattata. E’ inutile perché faremo noi manualmente quelli che vengono chiamati dark frames.
Un setup con reflex ideale per muovere i primi passi in astrofotografia
Non occorre molta attrezzatura per fare le prime foto alla Via Lattea o al primo star trail. Personalmente credo che la seguente attrezzatura sia più che sufficiente.
- Reflex digitale (ovviamente!) di qualsiasi marca e modello.
- Un obiettivo a corta focale e possibilmente abbastanza luminoso, come ad esempio un 24mm f2.8 o anche un 35 o 50mm con la stessa apertura minima. Anche se avete un f3.5 o f4 va bene comunque, ma non andrei al di sopra di tale valore.
- Un treppiede fotografico stabile. Non volete assolutamente che la vostra reflex si muova una volta trovata l’inquadratura e cominciata la sessione di scatti.
- (Opzionale) un intervallometro. E’ molto più comodo avere questo dispositivo che permette di impostare una sequenza di scatti e avviare il tutto mentre voi vi godete la serata sotto il cielo stellato!
Come vedete se fate già fotografia molto probabilmente avrete già tutto, quello che vi serve è soltanto trovare un luogo lontano dalle luci della città e possibilmente con qualche elemento paesaggistico interessante da inserire nelle vostre foto astronomiche.
Conclusione
C’è molta gente che pensa erroneamente che per cominciare ad esercitare questo hobby sia una cosa estremamente costosa, ma non è così. E’ un hobby che va scalato per gradi e va aggiunto un piccolo componente per volta. Comprare un setup molto costoso se si è inesperti porta nella maggior parte dei casi a frustrazione e abbandono del tutto, è una cosa purtroppo abbastanza comune da vedere.
Partite da ciò che avete già in casa e sfruttatelo al massimo. Quando avrete padroneggiato e spremuto la vostra attrezzatura a dovere, allora potrete pensare di passare all’upgrade successivo, come un astroinseguitore che vi permetta di fare pose più lunghe e ottenere immagini più ricche di dettaglio e colore!
Cieli sereni!