In autunno, nella costellazione di Pegaso, si può ammirare un gruppo di 5 galassie detto “Leccata di Cervo”.

La galassia principale del gruppo è NGC 7331, che è solo prospetticamente nel gruppo, cioè non è legata gravitazionalmente alle altre 4.

Il gruppo è facile da fotografare e richiede poco tempo, e si presta bene sia ad una elaborazione veloce e semplice, che ad una più complessa. Le vedremo entrambe, partendo come sempre dalla più semplice.

Dati Astronomici

Il gruppo detto “Leccata di Cervo” comprende 5 galassie, di cui la più grande appare NGC 7331, seguita da 7335, 7336, 7337 e 7340. Si trovano nella costellazione di Pegaso, le prime 4 ad una distanza media di 300 milioni di anni luce, mentre NGC 7331, che non è legata gravitazionalmente alle altre 4, si trova a 40 milioni di anni luce. Il gruppo non è lontano da un altro quintetto famoso, quello di Stephan, ed è alto nel cielo autunnale.

NGC 7331 (anche conosciuta come C30) è una galassia a spirale non barrata, e per la sua forma e massa è stata spesso definita “la gemella della Via Lattea”. È stata scoperta da William Herschel nel 1784. Una sua peculiarità è che la parte centrale (il “bulge”, rigonfiamento) ruota in direzione opposta al disco, diversamente da quanto accade di solito nelle galassie del suo tipo. Nel corso degli anni nella galassia sono state osservate numerose supernovae.

Le altre 4 galassie, a volte chiamate scherzosamente “le pulci” sono rispettivamente: 7335 una lenticolare, 7336 una spirale non barrata, 7337 una spirale barrata e 7340 una ellittica. In queste 4 galassie sono presenti forze gravitazionali che le legano, e provocheranno la fusione reciproca nel corso dei prossimi miliardi di anni.

Tecniche di ripresa

Le foto sono state riprese in due notti con due camere diverse: prima con una ASI2600MC è stato ripreso l’RGB per circa 2h 30m, poi con una ASI1600MM è stata ripresa la Luminance per circa 1h, per aumentare il dettaglio della galassia. Entrambe sono state montate su un C9.25 edge HD su AM5, e come guida è stato usato ASIair, mentre l’elaborazione è in Pixinsight. Tutte le riprese sono state fatte da Forca Canapine fra il 29 e il 31 agosto 2024, con un cielo Bortle 3. E’ un soggetto semplice da riprendere ed elaborare in una forma di base, e ben si presta ad elaborazioni un po’ più complesse con l’utilizzo anche del filtro L.

Elaborazione

Ho caricato sia i frame RGB che gli L in WBPP di Pixinsight, aggiungendo i rispettivi masterDark da librerie preesistenti e i masterFlat generati precedentemente calibrando con un masterDarkFlat ed integrando i singoli frame dei flat. La preparazione dei masterDark e dei masterFlat non è trattata in questo tutorial, ma chi fosse interessato può trovare la spiegazione completa di come generarli in un altro tutorial di questo sito.

Il vantaggio di utilizzare un’unica esecuzione di WBPP con sia gli RGB che gli L è che in questo modo le immagini risultano tutte allineate e scalate nel modo giusto per potere poi essere utilizzate nelle elaborazioni successive.

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I Light,

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i masterDark per l’RGB e per l’L,

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ed i masterFlat.

Una volta caricati tutti i frame ho impostato i parametri per le calibrazioni di RGB e L

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e i parametri per la post calibrazione, con il solito drizzle a 1x non avendo sottocampionato e quindi non avendo fatto dithering

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A questo punto ho lanciato l’esecuzione, e come risultato nella directory /100_WBPP ho ricevuto i risultati

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Nella Master ci sono i due master Light, uno per l’RGB e uno per la L.

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Qui sotto ci sono i due masterLight RGB e L. Se vuoi puoi scaricarli ed usarli per la tua esercitazione. Sono in formato .TIFF Dopo averli salvati aprili in Pixinsight e salvali com XISF, e segui l’elaborazione passo dopo passo. Per ragioni di spazio i due file sono stati scalati al 50%, ma sono comunque utilizzabili normalmente.

MasterLight di NGC 7331 RGB in formato TIFF
MasterLight di NGC 7331 RGB in formato TIFF
Dimensione: 74,6
Versione: 2.0
Pubblicato:17 Settembre 2024
MasterLight di NGC 7331 L in formato TIFF
MasterLight di NGC 7331 L in formato TIFF
Dimensione: 24,8
Versione: 2.0
Pubblicato:17 Settembre 2024

Una volta aperti (trascinandoli sul workspace di Pixinsight), mostrano i loro weightImage. Se utilizzi i due masterLight scaricati come .TIFF i due weightImage non verranno mostrati. Procedi con il passo subito seguente.

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Chiudiamo i weightImage e applichiamo l’STS AutoStretch: ecco le due immagini del nostro gruppo, in L e in RGB

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L’elaborazione veloce di RGB

Cominciamo facendo una rapida elaborazione dell’RGB.

Riduciamo ad icona il masterLight in L, e concentriamoci sull’RGB.

La prima cosa che facciamo è togliere il gradiente. Ce ne è poco, dato l’eccellente cielo sotto cui sono state fatte le riprese, ma val la pena di rimuoverlo comunque. Per fare questo utilizziamo lo script di SetiAstro Automatic DBE

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Lo script fa parte di una serie di tool gratuiti sviluppati e messi a disposizione da SetiAstro scaricabili dal sito https://www.setiastro.com/pjsr-scripts ed è particolarmente indicato nella riduzione di gradienti in cui sia importante preservare il colore delle stelle, che con altri tool a volte viene compromesso.

Una volta aperto lo script lo eseguiamo premendo il pulsante Execute e nel tempo di qualche secondo abbiamo la nostra immagine ripulita e il gradiente come controllo. Di fatto lo script applica un primo passaggio di BackgroundNeutralization, poi un modello semplificato di gradiente tipo AutomaticBackgroundExtractor (ABE), e poi procede con una serie di rimozioni allocando automaticamente i punti del DynamicBackgroundExtractor (DBE).

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Andiamo ad applicare l’STF AutoStretch alle due immagini, e ci rendiamo conto di avere fatto bene a rimuovere il gradiente: anche se non era particolarmente visibile a prima vista, ce ne era eccome!

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Chiudiamo il background e procediamo nell’elaborazione. Cambiamo il nome della nostra immagine in RGB_ADBE con il solito uso dell’Identifier. (clicchiamo con il tasto destro del Mouse sull’immagine, e scegliamo Identifier fra le varie opzioni)

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Ora andiamo a calibrare i colori, e per questo utilizziamo il process SpectrophotometricColorCalibration (Process -> ColorCalibration -> SpectrophotometricColorCalibration)
[Se non state eseguendo l’esercitazione con i file .TIFF scaricati potete saltare alla parte di calibrazione dei colori, dopo le immagini riportate con dimensioni più piccole qui di seguito]

Questo script richiede che i metadati di RA e DEC siano presenti nell’immagine, per cui se stai usando il masterLight_RGB scaricato come .TIFF e salvato come .XISF devi eseguire un passo che vada a riconoscere le coordinate e le scriva nell’immagine, altrimenti l’SPCC non potrà funzionare. Per fare questo apri lo script ImageSolver (Script -> Image Analysis -> ImageSolver)

Una volta aperto lo script, nella sezione Image Parameters premi il bottone con la lente di ingrandimento Search. Si apre una finestra “Online Coordinate Search”. Nella casella “Object identifier:” scrivi NGC7331 e premi il Search accanto. Devi essere on-line, e nel giro di pochi secondi verrà eseguita una ricerca nel data base Sesame e apparirà la riga in arancio con scritto NGC 7331, segno che l’oggetto è stato trovato. Premi il bottone OK nella finestra e torna al corpo principale di ImageSolver.

Ora i dati di Right Ascension e Declination sono valorizzati con le coordinate di riferimento del centro immagine. In Date metti la data dell’acquisizione delle immagini 2024 per Y, 8 per M e 30 per d e l’ora come 0 per h, 0 per m e 0 per s. Ora, e questo è essenziale per eseguire il plate solving, imposta la Focal distance a 1670 mm e la Pixel size a 7.52 um, e se hai il catalogo Gaia DR3 installato e attivo come XPSD selezionalo, altrimenti seleziona Automatic catalog. A questo punto premi il bottone OK.

Lo script viene eseguito, e nella Process Console appaiono le coordinate ed i metadati che sono stati salvati nell’immagine .XISF.

Possiamo ora riprendere la nostra elaborazione, aprendo il process SpectrophotometricColor Calibration.

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Lasciamo i parametri di default (io ho impostato la Quantum Efficiency curve al sensore della mia ASI2600MC ma non è così importante) e definiamo la porzione di cielo che servirà per la Background Neutralization disegnando una preview dove non ci siano stelle.

Eseguiamo l’SPCC

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Il nostro soggetto appare ora con i colori calibrati, e la curva di dispersione delle stelle Image / Catalog risulta buona sia in R/G che in B/G, quindi tutto bene. Possiamo procedere con il prossimo passo, e ora andremo ad applicare BlurXterminator in modalità Correct Only per eliminare possibili difetti introdotti durante l’acquisizione. Apriamo BlurXterminator (Process -> Deconvolution -> BlurXterminator) ed impostiamo la modalità di Correct Only. Applichiamo il process trascinando il triangolino blu sull’immagine ed abbiamo l’immagine con le stelle perfettamente tonde anche ai margini.

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Il prossimo passo è rimuovere il rumore. Apriamo il process NoiseXterminator (Process -> NoiseReduction -> NoiseXterminator). Lasciamo i parametri di default e applichiamo il process con il solito trascinamento del triangolino blu sull’immagine.

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Ora la nostra immagine è pronta per passare dalla fase lineare a quella non lineare. Per fare questo utilizzeremo un sistema molto semplice, l’uso combinato di STF e dell’HistogramTransformation.

Prima di questo però salviamo una copia dell’immagine, che utilizzeremo in seguito in quanto questi primi passi serviranno anche per l’elaborazione più avanzata. Creiamo quindi una copia dell’immagine, trascinando la linguetta grigia in alto a sinistra che contiene il nome (RGB_ADBE) sull’immagine stessa. In questo modo otteniamo una copia, che riporta il suffisso “_clone”.

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Ora con l’Identifier assegniamo un nome che ci ricordi i process che abbiamo già applicato: RGB_ADBE_SPCC_BXt_NXt

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Salviamo l’immagine con il File -> Save As nella cartella /200_MP.

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A questo punto possiamo ridurre ad icona la copia rinominata, e torniamo alla immagine RGB_ADBE. Apriamo quindi il process ScreenTransferFuncion (Process -> IntensityTransformations -> ScreenTransferFunction) e abilitiamo il Track View cliccando sul segno di spunta in basso a destra del process.

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Ora apriamo anche il process HistogramTransformation (Process -> IntensityTransformations -> HistogramTransformation) e trasciniamo il triangolino blu in basso a sinistra del process ScreenTransferFunction sull’area grigia in basso del process HistogramTransformation, a fianco del triangolo, quadrato e cerchietto. Così facendo trasferiamo i parametri della STF nel HT.

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Ora applichiamo il process HistogramTransformation all’immagine, trascinando il triangolino del process HT sull’immagine, e la nostra elaborazione veloce è completa.

Ma… quella è la nostra elaborazione completa??? Certo, dobbiamo solo ricordarci che in questo momento stiamo applicando due volte lo stretch, uno dalla STF e uno dall’HT.

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Ora andiamo a disabilitare la STF premendo il bottone Reset Screen Transfer Function [Ctrl + F12] e la nostra immagine “sviluppata”, cioè trasformata permanentemente in quello che vediamo, è pronta.

Se vogliamo possiamo fermarci qui, e salvare la nostra immagine, una volta come .XISF per futuri usi, e una volta come .JPEG per condividerla e mostrala agli amici.

Per salvarla diamo un nome attraverso il solito Identifier (es. NGC 7331_Final01 dal nome della principale galassia del gruppo)

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e infine la memorizziamo andando su File -> Save As e assegnando la cartella in cui salvarla ed il nome con cui salvarla.

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L’elaborazione veloce è terminata, e possiamo decidere che la qualità dell’immagine ci soddisfa.

Oppure possiamo considerare una elaborazione che permetta di mettere maggiormente in risalto i dettagli della galassia, di migliorare i colori complessivi dell’immagine, e di ridurre le dimensioni delle stelle che per le più luminose appaiono eccessive.

Elaborazione con l’integrazione dell’immagine di Luminance

Nell’elaborazione precedente abbiamo utilizzato solamente l’immagine RGB, ma abbiamo a disposizione anche l’immagine di Luminance, che abbiamo acquisito per migliorare i dettagli dell’immagine.

Vediamo come procedere in questa seconda elaborazione.

Ingrandiamo l’immagine RGB_ADBE_SPCC_BXt_NXt che abbiamo creato nell’elaborazione precedente subito prima di passare alla fase non lineare, cliccandola due volte. Ora trasferiamola in un altro workspace, cliccando con il tasto destro del mouse sulla parte blu in alto dell’immagine, dove c’è il nome, e selezionando l’opzione To workspace

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Si apre l’elenco dei workspace disponibili; ne scegliamo uno diverso da quello in cui stiamo operando e spostiamo lì l’immagine.

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La nostra immagine, ricordiamolo, si trova in fase lineare, ha il gradiente rimosso, i colori calibrati, è stata ripulita da difetti di acquisizione e dal rumore granulare. Bene, procediamo con l’elaborazione avanzata: prima di tutto separiamo le galassie dalle stelle con StarXterminator.

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Ora abbiamo le due parti. Chiamiamo “stars” quella con le stelle, e “SL” (per StarLess) quella con le galassie.

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Iniziamo occupandoci delle stelle. Riduciamo ad icona SL ed apriamo il process BlurXterminator, questa volta in piena funzionalità, quindi non più in modalità Correct Only.

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Lo applichiamo a stars e vediamo che il diametro delle stelle si è ridotto. Ora apriamo HistogramTransformation e portiamo le stelle in fase non lineare, agendo delicatamente in modo da non farle diventare di diametro troppo grande, e facendole risaltare anche se deboli

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A questo punto le stelle sono state sviluppate, e sono pronte per le elaborazioni successive. Ora ci occupiamo del colore delle stelle. Una buona norma è quella di mascherare il fondo cielo, in modo da applicare le variazioni di saturazione dei colori solo alle stelle. Ci sono svariati metodi per ottenere una maschera per proteggere il cielo, qui ne useremo uno molto semplice: creiamo una immagine CIE*L delle stelle premendo il pulsante Extract CIE*L component sulla barra superiore degli strumenti

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Abbiamo la nuova immagine stars_L, a cui andiamo ad applicare una leggera sfocatura tramite il process Convolution (Process -> Convolution -> Convolution)

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La stars_L sarà la nostra maschera. La applichiamo a stars trascinando la linguetta grigia con il nome stars_L sulla parte grigia a sinistra di stars, subito sotto il nome stars, e la parte rossa che copre il cielo sarà protetta, mentre la parte bianca delle stelle sarà soggetta a modifiche. La linguetta con il nome “stars” ha cambiato colore, e da grigia è diventata marrone. Questo ci dice che c’è una maschera applicata.

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Per vedere il risultato dell’applicazione dei cambiamenti di colori usiamo la Real-Time Preview, oppure nascondiamo la maschera. Cosa significa? La nostra maschera resterà attiva, ma non sarà più visibile. Sapremo che c’è ed è applicata grazie al colore marrone della linguetta con il nome. Per nascondere la maschera il modo più semplice è premere Ctrl + K, oppure possiamo premere il tasto destro del mouse mentre è sulla stars, selezionare Mask e poi Show Mask, o ancora nella barra degli strumenti in alto nello schermo possiamo premere il bottone della maschera con la lente di ingrandimento “Show – Hide Mask [Ctrl+K]”.

A questo punto siamo pronti ad applicare le modifiche al colore delle stelle per renderle più vivide. Riduciamo ad icona (non chiudiamo, che romperebbe il link con stars) la maschera stars_L che non ci serve vedere.

Ora apriamo il process ColorSaturation (Process -> IntensityTrasformations -> ColorSaturation). Con il cursore Hue shift posizioniamo il rosso circa a metà dell’asse orizzontale di riferimento, poi definiamo 4 punti sull’asse della saturazione media, due a destra e due a sinistra dell’area del rosso. Infine mettiamo due punti all’interno del segmento centrale e li alziamo a creare una campana. Il colore sotto alla campana verrà saturato in modo corrispondente all’altezza della campana, mentre tutti gli altri colori resteranno invariati. Con il Real-Time Preview controlliamo l’effetto delle nostre modifiche. Quando siamo contenti della saturazione applichiamo il cambiamento premendo il quadratino blu in basso nel processo.

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Se necessario applichiamo più volte l’incremento di saturazione, evitando però di esasperare troppo il colore delle stelle. Una volta soddisfatti del livello di colore raggiunto dalle stelle giallo-rosse, passiamo ad aggiustare il colore di quelle azzurre.

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Spostiamo opportunamente l’azzurro sotto la campana con il cursore di Hue shift, aggiustiamo la campana e quando le stelle azzurre ci soddisfano applichiamo la modifica con la pressione del quadratino azzurro. Eventualmente ripetiamo anche in questo caso l’applicazione più volte.

A questo punto la nostra immagine delle stelle è pronta. Le assegniamo il nome di “stars_CS” per ricordare il processo che abbiamo applicato con il solito Identifier, e poi la salviamo come .XISF con il File -> Save As nella cartella /200_MP.

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Ora riduciamo ad icona la star_CS e riapriamo la SL, cliccandoci sopra.

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Per portare questa immagine in fase non lineare useremo due diversi processi di stretching: prima il process HistogramTransformation che abbiamo usato sin qui, poi un process nuovo, più potente e decisamente più complicato da usare: il GeneralizedHyperbolicStretch. Questo ci permetterà di sviluppare prima l’immagine in modo uniforme, e poi di andare a sviluppare ulteriormente solo alcune parti di una luminosità che ci interessa far risaltare, ad esempio i bracci di NGC 7331.

Apriamo quindi HistogramTransformation e facciamo uno stretch fino a portare in luce le galassie, senza spingere troppo

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Quando la galassia principale comincia ad essere ben visibile ci fermiamo.

Ora riduciamo ad icona HistogramTransformation ed apriamo il process GeneralizedHyperbolicStretch (Process -> IntensityTransformations -> GeneralizedHyperbolicStretch). Questo è un process gratuito che va scaricato dalle rete (https://ghsastro.co.uk/ ) e che consente di operare in modo selettivo su intervalli di luminosità ben definiti.

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La prima operazione che eseguiamo è quella di tagliare la parte dell’istogramma a sinistra del picco: questa è una zona senza segnale, e non aggiunge nulla all’immagine. Per far questo nella sezione Transformation andiamo a cambiare il Transformation type da Generalised Hyperbolic a Linear.

Spostiamo il cursore delle ombre (il triangolo di sinistra sotto l’istogramma nella sezione Readout Data) fino ad ottenere un cielo scuro.

Applichiamo il process cliccando sul quadrato azzurro. Il cielo si è scurito, ed ora andiamo a lavorare sulla luminosità delle galassie, trattando i parametri di stretching iperbolico con molta delicatezza.

C:\Users\aldoz\AppData\Local\Microsoft\Windows\INetCache\Content.Word\Nuova immagine (46).bmp Il Trsnsformation Type si è reimpostato automaticamente a Generalised Hyperbolic. Zoomiamo sulle galassie nella Real-Time Preview (clicchiamo sul circolino in basso nel process per aprirla) andando a cliccare sul doppio quadrato a sinistra in basso: posizioniamo il cursore su una posizione un po’ più in alto delle galassie e alla loro sinistra e tenendo il tasto sinistro del mouse premuto ci spostiamo verso il basso e a destra. Viene visualizzato un rettangolo bianco che sarà il ritaglio dello zoom. Ora che abbiamo le galassie ben evidenti andiamo a definire il punto di luminosità che vogliamo aumentare selettivamente. Il centro di NGC 7331 è già abbastanza luminoso, mentre il bulge deve essere evidenziato maggiormente. Clicchiamo quindi sulla parte superiore del bulge dove il valore del cielo inizia appena a crescere (nell’esempio qui sopra il valore è 0.002096 come si vede nella casella Value della sezione Readout Data) e premiamo il pulsante “Send to SP”. Il valore compare nel Simmetry Point (SP) della sezione Transformation. Questo sarà il valore intorno al quale modificheremo la curva dell’istogramma per aumentare la luminosità. Ora applichiamo molto delicatamente lo stretch muovendo il cursore “Stretch factor (ln(D+1))”, nell’esempio portandolo al valore 0.820. La curva rossa si arcua, e l’immagine acquisisce luminosità.

Il centro della galassia ha però una luminosità troppo forte. Per correggere questo operiamo sul cursore “Protect highlights (HP)”, abbassando il valore a 0.42. La curva rossa nella parte più a destra dell’istogramma, quella delle luminosità più alte, si è parzialmente appiattita. Clicchiamo il quadratino azzurro ed applichiamo il process, poi resettiamo i valori nel solito modo cliccando sulle 4 frecce a quadrato in basso a destra.

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Ora concentriamoci sull’evidenziare i bracci a spirale. Cominciamo a identificare un punto ben luminoso, nella parte interna dei bracci vicino al nucleo. Clicchiamo su quello, e poi “spediamo” il valore all’SP. Nell’esempio il valore è 0.535070.

C:\Pixinsight\Tutorial Aldo\Tutorial Leccata di Cervo\Nuova immagine (49).bmp

Ora applichiamo un leggero fattore di stretching (1.160), proteggiamo le zone più luminose come prima (0.69), ed andiamo ad utilizzare un terzo e poi un quarto cursore di controllo. Prima regoliamo la “Local intensity (b)” a -1.6 e quindi spalmiamo l’incremento di luminosità sulle parti esterne della galassia, poi regoliamo il cursore del “Protect shadows (LP)” in modo da rendere meno scuro il cielo e le zone meno luminose della galassia (nell’esempio a 0.036072). Applichiamo il process e resettiamo i valori. Continuiamo l’opera di evidenziazione dei bracci. Cerchiamo di nuovo una zona molto periferica della galassia, dove la sua luminosità sfuma verso il buio del cielo, a circa 0.017, clicchiamo in modo da inserire il valore sul Readout Data (0.017814) e “spediamo” il valore all’SP.

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Applichiamo un leggero stretch (1.160), proteggiamo le HP (0.37) e la Local intensity (1.070). Se il risultato non ci convince del tutto proviamo a muovere il Simmetry Point spostando leggermente il cursore sotto la riga verticale gialla nell’istogramma: il valore dell’SP varia di concerto. Nell’esempio a 0.014028 l’immagine mi ha convinto di più, e quindi ho tenuto quel valore. Cliccando il quadratino azzurro applichiamo il process.

Ora riduciamo un po’ la luminosità nelle parti più brillanti della galassia, senza abbassare la luminosità nei bracci che quindi acquisteranno rilevanza. Andiamo su una parte mediamente luminosa dei bracci, clicchiamo in modo da memorizzare il valore nel Readout Data (0.391306), e mandiamo questo valore all’SP. Applichiamo un leggero stretch (0.820), proteggiamo le HP (0.54) e riduciamo la local intensity (a -0.68). Di nuovo se il risultato non ci soddisfa possiamo vedere cosa succede spostando il SP con il movimento del cursore sotto la linea gialla. Riducendo leggermente il valore a 0.394485 il risultato ci convince di più, applichiamo il process con il quadratino azzurro e resettiamo i valori. C:\Users\aldoz\AppData\Local\Microsoft\Windows\INetCache\Content.Word\Nuova immagine (51).bmp

Possiamo procedere in questo con alcuni altri passaggi, finchè il risultato di avere i bracci ben evidenziati, il centro galattico ben luminoso ma non bruciato ed il fondo cielo nero ma non laccato diventa soddisfacente. A questo punto l’elaborazione delle galassie per quanto riguarda la parte RGB è terminata. Diamo all’immagine il nome di SL_GHS attraverso l’Identifier e poi salviamo l’immagine come .XISF

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Ora torniamo nel workspace dove abbiamo effettuato la prima elaborazione (lo si riconosce perché ha due quadratini verdi a destra, uno in alto e uno in basso, che stanno a segnalare che nel WS sono aperte immagini e processi, e per andarci basta cliccarlo) e apriamo il masterLight dell’immagine in L.

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L’immagine è registrata sull’RGB, e poiché è stata presa con una camera che ha un campo di ripresa un po’ più piccolo di quella dell’RGB, appare riquadrata di nero. Come avevamo fatto prima clicchiamo sulla barra orizzontale blu del nome con il tasto destro del mouse, scegliamo “To Workspace” -> il WS dove abbiamo le stelle e la SL in RGB, e spostiamo là l’immagine.

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Cambiamo il nome dell’immagine in L con il solito Identifier, e la salviamo come .XISF in /200_MP.

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Utilizziamo il Programma GraXpert per rimuovere il gradiente. Apriamo quindi GraXpert nella sua versione stand-alone (esiste anche come process interno a Pixinsight, ma io preferisco la parte stand-alone in quanto mi lascia più controllo sul processo) e carichiamo la nostra L:

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Per farlo basta premere il pulsante Load Image e selezionare la nostra L dalla directory di File Explorer. GraXpert ci mostrerà l’immagine come appare nella versione originale, con il gradiente.

Premiamo il + a fianco di Background Extraction e scegliamo il metodo di interpolazione. In questo caso Scegliamo RBF e posizioniamo alcuni punti di valutazione del cielo, poi premiamo il tasto Calculate Background.

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In pochi secondi compare l’immagine a cui è stato calcolato e sottratto il gradiente, che viene indicata con il nome di Gradient-Corrected. Passiamo al salvataggio dell’immagine per riprendere l’elaborazione in Pixinsight. Per fare questo apriamo la parte Saving premendo il + a fianco, impostiamo il tipo di file come 32 bit XISF, e premiamo il tasto Save Processed:

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Da File Explorer definiamo la cartella in cui verrà salvata L (con la mia convenzione sarà NGC7331/200_MP) ed il nome del file. Io lo ho chiamato L_GXp. Premiamo Salva e la nostra immagine a cui è stato rimosso il gradiente è salvata. Possiamo chiudere GraXpert.

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Torniamo ora a Pixinsight ed apriamo L_GXp. Per fare questo andiamo in Pixinsight, poi apriamo File Explorer e andiamo sulla cartella NGC7331/200_MP, clicchiamo su L_GXp.xisf e lo trasciniamo sul workspace di Pixinsight:

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L’immagine ripulita dal gradiente si apre, ed applicando l’STF auto-stretch la possiamo comparare alla integration originale. La differenza è evidente, il gradiente è scomparso.

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Chiudiamo ora l’immagine L con il gradiente, rinominiamo L_GXp come L e la salviamo al posto della vecchia L.

Utilizzeremo questa immagine di luminanza per acuire i dettagli delle galassie, e pertanto le stelle non ci interessano. Quindi, come prima cosa andiamo a rimuovere le stelle dall’immagine con il process StarXterminator, che già abbiamo usato per dividere stelle e galassie in RGB. Qui però le stelle non ci interessano, e quindi togliamo la spunta a “Generate Star Image”.

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Applichiamo il process ed abbiamo l’immagine starless in L.

C:\Users\aldoz\AppData\Local\Microsoft\Windows\INetCache\Content.Word\Nuova immagine (57).bmp L’immagine è piuttosto “sporca” e richiede un po’ di trattamenti per poter essere utilizzata per lo scopo che vogliamo ottenere.

Cominciamo applicando il process BlurXterminator con i parametri di default, per aumentare la nitidezza.

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Continuiamo con NoiseXterminator, per togliere il rumore.

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La nostra L è in fase lineare, e per poter essere applicata all’RGB deve prima essere stretchata. Apriamo quindi HistogramTransformation e procediamo allo stretching.

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Arriviamo fino ad avere la galassia ben evidente

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Poi applichiamo il process GeneralisedHyperbolicStretch per evidenziare il bulge ed i bracci, analogamente a quanto fatto con l’RGB

Per rendere più contrastati i dettagli delle galassie applichiamo il process MultiScaleLinearTransform (Process -> MultiscaleProcessing -> Multiscale LinearTransform). Forse avete già usato questo process in senso inverso, e cioè per togliere il rumore dall’immagine; in effetti, se non si usa NoiseXterminator, una valida alternativa è questo process, in cui si va ad utilizzare la parte di Noise Reduction. Qui noi invece lo utilizziamo in senso inverso, valorizzando la parte di Detail Layer.

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E ancora per aumentare il contrasto usiamo LocalHistogramEqualization (Process -> IntensityTransformations -> LocalHistogramEqualization)

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L’immagine è ancora molto sporca, e per togliere i difetti principali utilizziamo uno strumento potente, ma da usare con attenzione: CloneStamp (Process -> Painting -> CloneStamp)

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Per attivare il process bisogna tenere premuto il tast Ctrl e premere il tasto sinistro del mouse su di una parte dell’immagine. Compare una x dentro un cerchio. La x segna la regione che verrà clonata, il cerchio la regione che verrà ricoperta dal clone.

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Ora definiamo il raggio della zona da clonare, a 250, la morbidezza a 0 e l’opacità a 1. In questo modo opereremo una prima sgrossatura dei difetti senza preoccuparci delle zone di transizione. Ora posizioniamo il cursore (la +) in una zona nera al di fuori della parte del cielo, e tenendo premuto Ctrl clicchiamo con il tasto sinistro del mouse. Compare la x che segna la zona che varrà clonata. Spostiamo il cerchio bianco sul bordo del cielo e clicchiamo: il cielo dentro il cerchio è sostituito dalla zona clonata, che era nera.

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Il contatore Local history indica ora 1/1 (1), a indicare che abbiamo clonato una zona.

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Ora procediamo muovendo il cerchio bianco: dove passa clona la zona che in quel momento sta segnando la x.

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Di tanto in tanto consolidiamo quanto fatto cliccando sulla spunta verde. Se per errore cancelliamo una parte che vogliamo tenere possiamo cliccare il triangolo con il vertice a sinistra e l’ultima modifica verrà resettata. Quando vogliamo cambiare l’area di clonatura spostiamo il mouse sulla nuova area, premiamo Ctrl e clicchiamo, e la nuova area è definita.

In questo modo togliamo le aree del cielo che presentano più difetti, stando attenti a non cancellare per sbaglio qualche galassia delle più piccole. Quando abbiamo terminato premiamo ancora una volta il segno verde di spunta e le modifiche sono consolidate.

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Chiudiamo il process CloneStamp ed apriamo il process CurvesTransformation. Fissiamo due punti della retta a metà e ad un quarto, in modo da far sì che queste parti non cambino, ed andiamo ad abbassare delicatamente la parte all’interno del picco del fondo cielo.

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Applicando alcune volte la riduzione di luminosità arriviamo ad avere un’immagine in cui restano solo le galassie. Applichiamo il process ogni volta cliccando sul quadratino azzurro, come sempre.

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La nostra immagine di Luminance è pronta per essere combinata con l’RGB.

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Apriamo il process LRGBCombination (Process -> ColorSpaces -> LRGBCombination) e portiamo la linguetta grigia con il nome di L sulla casella L del process. Togliamo la spunta da R, G e B. Questo farà sì che solo il canale di Luminance venga combinato con l’RGB. Apriamo la parte di Channel Weights ed abbassiamo un po’ il valore di L (0.47) In questo modo il peso di L rispetto all’RGB sarà diminuito al valore indicato.

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Facciamo una copia dell’immagine RGB (la SL_GHS) che ci servirà per confrontarla con la LRGB, con il solito metodo del trascinare la linguetta grigia del nome sull’immagine stessa.

Trasciniamo il triangolino blu del process sull’immagine RGB, ed abbiamo l’immagine in LRGB.

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Come appare evidente dall’immagine la L ha apportato dettagli nei bracci di NGC 7331, ed aumentato la visibilità del bulge in modo significativo.

Riduciamo ad icona la L e la SL_GHS_clone, e apportiamo gli ultimi aggiustamenti all’immagine delle galassie SL_GHS. Nei bracci a spirale di NGC7331 sono visibili diverse regioni Ha colorate di rosso. Non abbiamo acquisito immagini con il filtro Ha, quindi dobbiamo lavorare sui colori già presenti. Per far questo apriamo il process ColorSaturation. Come abbiamo fatto prima definiamo 4 punti come confini della campana, e due per la curva dell’intensità, poi spostiamo il colore rosso sotto la campana. Le aree rosse acquisiscono colore.

Ugualmente diamo risalto alle zone più blu, ricche di formazione stellare. Spostiamo il cursore dello Hue shift e portiamo l’azzurro sotto la campana.

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Per ultimo aggiustiamo l’arancione per evidenziare le zone più scure dei bracci.

Infine applichiamo il process LocalHistogramEqualization per aumentare il contrasto ed evidenziare i dettagli.

La galassia NGC 7331 e le sue compagne sono terminate. Ora resta l’ultima parte, reintrodurre le stelle nell’immagine delle galassie. Per fare questo usiamo un meccanismo comunemente usato in Pixinsight e basato sulla PixelMath, che si chiama Rescreening.

Apriamo il process PixelMath (Process -> PixelMath -> PixelMath) e poi apriamo l’Expression Editor

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e, utilizzando gli Operators (si accede cliccando sul triangolino nero a fianco del nome) scriviamo questa equazione, che sostanzialmente combina le due immagini facendo l’inverso della moltiplicazione degli inversi: ~(~SL_GHS * ~stars)

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poi clicchiamo OK in modo da salvare l’espressione dentro la finestra RGB/K, apriamo la parte Destination e cambiamo Replace target image con Create new image, assegniamo un nome alle immagini che genereremo (io le ho chiamate rescreen) e impostiamo il Color space a RGB color. Premiamo il quadratino azzurro solito per applicare il processo, e la nostra immagine rescreen appare.

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Siamo agli ultimi ritocchi sull’immagine che diventerà finale: Applichiamo BlurXterminator nella modalità standard per ridurre un po’ il diametro delle stelle.

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Infine NoiseXterminator, e la nostra immagine LRGB completa di stelle è terminata.

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Ora, se vogliamo possiamo ritagliare l’immagine in modo da far risaltare ancora di più le galassie. Prima però mettiamo a fianco i risultati dell’elaborazione veloce iniziale e di quella con l’aggiunta della L, e confrontiamo le due immagini.

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La LRGB_Final è con i colori molto più evidenti e i dettagli delle galassie meglio definiti. Inoltre il bulge è visibile, e le stelle sono più piccole e con i loro colori. Questo è tipicamente quello che si può ottenere aggiungendo la Luminance all’immagine RGB, e dato che per fare questo tipicamente si separano galassie e stelle, ne segue che di solito viene eseguito qualche altro passo elaborativo.

E a voi quale piace di più?


Left ImageRight Image

Concludiamo effettuando un ritaglio dell’immagine per focalizzare l’attenzione di chi la guarderà sulle galassie. Operiamo solo sulla LRGB_Final e definiamo una preview sull’area che vogliamo selezionare.

Ora, cliccando sulla linguetta Preview01, spostiamoci sulla preview e ridimensioniamola con la rotellina del mouse. Poi con il cursore sempre sulla linguetta, premiamo il tasto destro e scegliamo l’opzione Make Image.

Clicchiamo e la nostra preview genera una nuova immagine, con il nome che abbiamo assegnato nell’Identifier.

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Possiamo salvare la nostra immagine finale come .XISF, e come .JPEG per condividerla con gli amici.

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Ecco l’immagine finale in JPEG, pronta per essere condivisa.

Conclusioni

Il gruppo della “Leccata di Cervo” (Deer Lick) si presta bene ad una elaborazione veloce in RGB per chi è alle prime armi, e può essere trattato in modo più complesso aggiungendo l’immagine di Luminance. In questo tutorial non si è fatto uso di altre immagine prese a banda stretta, come avrebbe potuto essere l’Ha, che si sarebbe anch’esso prestato alla composizione con L’RGB.

Allo scopo di rendere evidenti i cambiamenti ho stressato la saturazione dei colori e la luminosità del bulge; se qualcuno vuole rieseguire l’elaborazione consiglio di andare un po’ più “leggieri”. Abbiamo comunque visto diversi process, fra cui alcuni avanzati con il GHS, ed abbiamo imparato una tecnica importante per acuire i dettagli, quella di combinare la Luminance con l’RGB ottenendo l’immagine LRGB.

Spero che questo tutorial abbia fatto nascere in qualcuno la voglia di cimentarsi con questo bel gruppo di galassie, e magari abbia suggerito spunti nuovi di elaborazione.

Grazie per essere arrivati sin qui con la lettura, e cieli sereni!

Aldo Zanetti – astroaldo1@gmail.com