Nell’ottobre del 1937 faceva la sua apparizione sulla scena astronomica il problema della “massa mancante”.
Fritz Zwicky, arrivato al Caltech 12 anni prima, effettuò una stima della massa delle galassie visibili in un ammasso e di quella dell’ammasso stesso, ottenendo un risultato sconcertante:
“we have proved that the cluster really cannot be stationary but must ultimately fly apart”
In pratica, se l’ammasso contenesse solo la massa visibile delle galassie, gli ammassi sarebbero instabili e non esisterebbero.
Quindi doveva esserci della massa nascosta da qualche parte.
Nacque così l’annoso problema della “massa mancante“, che, in epoche più recenti, è venuto praticamente a coincidere con quello della “materia oscura“, dato che questa ha le caratteristiche per fornire la massa che manca all’appello.
Al momento non sappiamo di cosa sia fatta la materia oscura, quindi stiamo rispondendo ad un enigma con un altro enigma: viviamo sull’orlo di grandi, forse radicali, scoperte di fisica e di cosmologia.
NB: nello stesso lavoro Zwicky propose di utilizzare le lenti gravitazionali di galassie remote prodotte da ammassi di galassie per ottenere una stima indipendente della loro massa, un’attività intrapresa molti anni dopo grazie alla potenza delle ultime generazioni di telescopi.
L’articolo originale integrale di Fritz Zwicky si può leggere qui: https://goo.gl/y8SgwS
In foto: l’ammasso di galassie Abell 370, distante 4 miliardi di anni luce, ripreso dal Telescopio Spaziale Hubble per la campagna di ricerca Frontier Fields Program.
☾ Archeoastronomia e Storia dell’Astronomia ☽
—————————————————————
Il gruppo: Astronomia, Storia, Archeoastronomia