La natura del mito non è mai stata compresa fino in fondo. Nell’Ottocento (e ancora oggi per molti è così!) la mitologia antica era considerata un cumulo di storie senza senso, prova dell’indole selvatica e fantasiosa dei popoli “primitivi”. (In effetti tuttora qualche scarso divulgatore spiega l’imponente lascito di costellazioni antiche e preistoriche con il fatto che all’epoca “non avevano la televisione”).
In realtà già nel Medio Evo e nella tarda antichità c’è stato chi ha colto nel mito qualcosa di più di un semplice “passatempo” fatto di racconti ingenui e fantasmagorici, spiegando come alcune storie contenessero in realtà raffinate cognizioni scientifiche.
La difficoltà sta nel rinvenire la chiave di lettura di tutti quei racconti. Infatti oggi abbiamo perso completamente il senso del racconto mitico, che è caduto in disuso definitivamente nell’epoca classica.
Tra i più antichi miti greci v’è quello di Issione, re del popolo greco dei Lapiti, che, dopo varie vicende, essendosi macchiato di colpe contro gli uomini e contro gli dei, fu condannato ad essere legato ad una ruota di fuoco fluttuante nel cielo. Studiosi del mito di ogni epoca hanno tentato di dare un’identità a quell’inverosimile supplizio, tentando di volta in volta la strada psicanalitica, antropologica, morale, magica o religiosa ma senza giungere a conclusioni definitive, anzi evidenziando che qualche tema doveva ancora essere individuato.
La maggior parte delle interpretazioni era comunque o di tipo solare o si riferiva alla pioggia e al peggioramento del tempo. La scoperta del responsabile della Sezione di Ricerca Paolo Colona, pubblicata su Mediterranean Archaeology and Archaeometry, individua nella Ruota di Issione l’alone solare a 22° (e all’anello circoscritto, che è un fenomeno analogo) trovando così un accordo per la maggioranza degli studi precedenti. L’alone infatti si crea attorno al Sole, e annuncia un peggioramento meteorologico.
Tra i vari indizi che puntano a questa identificazione, c’è anche il dettaglio specificato da Igino, poeta astronomo, il quale ricorda che a legare Issione alla sua Ruota fu chiamato Mercurio.
Nell’articolo viene fatto notare che l’orbita di Mercurio attorno al Sole ha la stessa ampiezza apparente dell’alone solare (come mostrato nella grafica accanto, dell’Autore). Questa nozione viene quindi “mitizzata” immaginando che Mercurio si sposti da una parte all’altra del Sole per legare Issione in vari punti della Ruota.
Di seguito fonti e approfondimenti sulla scoperta:
• L’articolo originale su Mediterranean Archaeology and Archaeometry: The-Myth-of-Ixion-an-Astronomical-Interpretation.pdf
• La notizia della scoperta lanciata dall’ANSA.
• Un bellissimo articolo divulgativo sulla rivista Coelum, corredato dalle fotografie di aloni riprese da Marcella Giulia Pace.
• L’annuncio della scoperta sul sito dell’Accademia delle Stelle.
• Una galleria di immagini sulla nostra pagina Facebook.
• Il corso di Archeoastronomia ed Astronomia Culturale a Roma nel quale viene approfondita la relazione tra mito e scienza.
• Alla ricerca è stata dedicata una OPOD (Optical Picture Of the Day) sul prestigioso sito Atmospheric Optics