L’8 gennaio del 1642 moriva ad Arcetri il grande scienziato italiano Galileo Galilei.
Inventore del metodo scientifico (anche detto “galileiano”, per l’appunto) e primo osservatore dei cieli con il telescopio, ha dato un impulso immenso all’evoluzione della scienza.
Grazie al suo principio di relatività (Relatività Galileiana) è stato possibile finalmente accettare il sistema eliocentrico, che veniva anche sostenuto in maniera eclatante dalle scoperte da lui stesso compiute riguardo alle fasi di Venere e ai satelliti di Giove.
Il fatto stesso di aver scoperto “montagne e valli” sulla Luna dimostrava che il satellite era un pianeta come il nostro, verosimilmente composto della stessa materia e soggetto alle medesime leggi: un colpo mortale alla presunta perfezione e alterità dei cieli di matrice aristotelica.
La sua impronta sulla storia della scienza è così enorme che tutte le menti eccelse che hanno intuito o applicato prima di lui il metodo scientifico, dagli scienziati ellenistici ai filosofi naturali medievali e rinascimentali, sono considerati suoi precursori o antesignani.

Museo Galileo: Tito Lessi, Galileo e Viviani, olio su tavola, 1892.
Il dipinto presenta Galileo vecchio con Vincenzo Viviani. Quest’ultimo fu assistente del Maestro dal 1639 fino alla morte (1642), confinato, dopo la condanna del 1633, nella villa Il Gioiello ad Arcetri
© Museo Galileo, Firenze
Fu uno degli attori principali di quella che sarà chiamata Rivoluzione Scientifica i quali, a sottolineare l’importanza dell’astronomia nella storia della cultura, furono tutti astronomi: Copernico, Galileo, Keplero e Newton.
Lo stesso anno della sua morte, 1642, nasceva Isaac Newton, e lo stesso giorno, ma del 1942, Stephen Hawking.
[Paolo Colona]